VENEZIA - La formazione è pronta, il calendario è stilato. All'indomani dell'appello del governatore Luca Zaia al Consiglio regionale («Facciamo in...
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LA DELEGAZIONE
Come previsto dalla delibera approvata lunedì dalla Giunta, spettava al governatore il compito di individuare «la delegazione trattante di parte regionale, chiamata a condurre, in nome e per conto della Regione, le trattative con lo Stato per il conseguimento della maggiore autonomia». Con un proprio decreto Zaia ha quindi designato innanzi tutto cinque docenti universitari, esperti in materie giuridiche, economiche e fiscali, in parte già coinvolti nell'organizzazione del referendum e nella stesura della piattaforma: Mario Bertolissi e Luca Antonini, ordinari di diritto costituzionale a Padova; Carlo Buratti, ordinario di scienza delle finanze sempre a Padova; Dario Stevanato, ordinario di diritto tributario a Trieste; Andrea Giovanardi, associato di diritto tributario a Trento.
A questi si aggiungono in via permanente tre dirigenti regionali di vertice, che hanno seguito sin dall'avvio il percorso referendario: Mario Caramel, segretario della Giunta; Enzo Zanon, coordinatore dell'Avvocatura; Maurizio Gasparin, direttore dell'area Programmazione e Sviluppo strategico. Su indicazione di quest'ultimo e «in ragione dell'andamento del negoziato con lo Stato», la compagine potrà essere temporaneamente integrata da altri dirigenti regionali, scelti di volta in volta «in relazione alla singola tematica da affrontare». Nota a margine: dipendenti interni o consulenti esterni che siano, ai componenti sarà assicurato «il solo rimborso delle spese di missione sostenute per condurre il negoziato tra la Regione del Veneto e lo Stato, previa documentazione giustificativa». Al di là di fatture e scontrini relativi alle varie trasferte, dunque, non sarà accordato alcun compenso aggiuntivo.
LA CONSULTALa scelta di figure tecniche chiude definitivamente la porta all'ingresso di esponenti politici, escludendo l'ipotesi che a Roma possano andare anche consiglieri regionali, presidenti di Provincia o sindaci, come invece aveva lasciato intendere Roberto Maroni in Lombardia auspicando la partecipazione di Giorgio Gori, primo cittadino di Bergamo. Il sistema veneto sarà tuttavia considerato attraverso la nomina della consulta, organismo di supporto ai delegati che sarà sentito nelle audizioni delle varie commissioni consiliari e «composto dalle rappresentanze regionali delle autonomie locali (Anci-Upi-Uncem), delle categorie economiche e produttive del territorio, delle forze sindacali e del Terzo Settore, dal mondo dell'Università e della Ricerca, nonché da altri organismi espressione di interessi diffusi a livello regionale in modo da garantirne la più ampia rappresentatività, avente dunque il compito di fornire pareri consultivi, non vincolanti».
LA MARATONA
Zaia aveva ordinato di fare presto, Ciambetti ha prontamente obbedito. Nonostante l'ingorgo istituzionale di fine anno, che vedeva già intrecciarsi la sessione di bilancio con il rinnovo dell'ufficio di presidenza, il programma dei lavori è stato compilato in maniera tale da fissare il via libera dell'aula già nel giro di venti giorni. «Niente ponte, feste o pause ha sottolineato il presidente del Consiglio ma subito tutti al lavoro. Una lunga e inedita ma, visti i temi in discussione, per molti aspetti storica maratona per palazzo Ferro Fini». Il progetto sarà incardinato già lunedì 30 ottobre in prima commissione, che inizierà le consultazioni generali giovedì 2 novembre. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino