Fra ieri e oggi Luca Zaia è in missione istituzionale a Roma. Bocche cucite (a cominciare dalla sua) sull'agenda degli appuntamenti, ma tutto lascia pensare che in cima...
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Cosa c'è scritto nel dossier?
«Non posso anticipare nulla, per rispetto istituzionale del Coni, al quale presenteremo tutto entro il termine del 3 luglio. Ma posso garantire che si tratta del risultato di un lavoro di grandissima qualità, grazie anche al contributo di due eccellenti professionisti, che hanno all'attivo esperienze nei principali eventi mondiali, dalle Olimpiadi di Rio 2016 all'Expo di Dubai 2020, solo per citarne un paio. Non a caso il nostro progetto risponde appieno alla filosofia indicata dal Cio: sede in un ambito di neve, impatto ambientale tendente a zero, bassi costi di organizzazione, valorizzazione di un contesto paesaggistico unico com'è quello delle Dolomiti patrimonio dell'Unesco, riutilizzo di strutture esistenti. Il presupposto è la città di Cortina, con il coinvolgimento di altre località del Veneto, oltre che del Trentino e dell'Alto Adige. Vedrete, è davvero un piano molto bello».
Intende dire che le proposte di Torino e Milano non lo sono?
«Non mi permetterei mai. Ma questo deve valere anche per il nostro dossier, contrariamente a quello che sento sciaguratamente insinuare in queste ore, da chi non dovrebbe dire nulla perché non può sapere nulla, visto che ancora per una settimana nessun progetto è pubblico».
I sindaci Chiara Appendino per Torino e Giuseppe Sala per Milano, però, ne hanno già parlato con il sottosegretario Giancarlo Giorgetti.
«Se è per questo anch'io, in tempi non sospetti, ancora due settimane fa. L'ho incontrato e gli ho esposto le nostre motivazioni, riscontrando da parte sua grande correttezza istituzionale».
In che senso?
«Non sono andato a chiedergli aiuto o sostegno, ma a dirgli che presenteremo un dossier di alto livello sul comprensorio sciistico più bello e più ampio del mondo, che a differenza di una città di pianura continuerebbe a godere per anni e anni dell'indotto olimpico. Ottenere questa candidatura significherebbe realizzare un autentico sogno, oltretutto nel settantesimo anniversario dei Giochi Invernali di Cortina 1956».
Cosa si attende dall'esecutivo?
«So bene che il governo, così come il Coni a cui spetterà la scelta della proposta da portare al Cio, non avrà un compito facile. Mi aspetto un'analisi tecnica puntuale su ogni singolo parametro. In questo mi permetto di sottolineare, con il massimo rispetto per le candidature degli altri, che l'area delle Dolomiti fra Veneto e Trentino Alto Adige significa montagna. Credo non sia banale ricordarlo, perché sarebbe come dover scegliere se fare l'America's Cup a Napoli o a Bologna: dove c'è il mare è meglio, o no?».
Ma il ministro Danilo Toninelli si è apertamente schierato a favore di Torino: come giudica questa presa di posizione?
«Premesso che ognuno è libero di dire quello che pensa, dal punto di vista politico la capisco: un esponente del Movimento 5 Stelle tifa per la città guidata dalla sua forza politica. Ma, pur senza alcuna vena polemica, ricordo che Toninelli è il ministro di tutti e dunque anche il mio ministro».
Sotto la Mole il M5s è spaccato: la Lega potrebbe approfittare di questo punto debole?
«Non godo dei problemi della sindaca Appendino, perché sono anch'io un amministratore. E comunque non vedo niente di nuovo sotto il sole, le divisioni dei pentastellati sul tema Olimpiadi sono note. Invece in Veneto il fronte è compatto».
Ma se la Lega le chiedesse di fare un passo indietro, per favorire magari Milano, come si comporterebbe?
«È una bella competizione, però non vorrei che ci prendessimo troppo sul serio, in fondo non stiamo parlando di una guerra».
Quindi?
«Quindi no, non farei nessuna retromarcia. Sosterrò fino in fondo la candidatura di Cortina Dolomiti Unesco. Chiedo solo che la valutazione sia oggettiva e trasparente».
Angela Pederiva
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Il Gazzettino