BELLUNO - Vocazioni a picco e preti sempre più anziani: è così che le parrocchie vengono accorpate sotto un unico parroco che segue più chiese, ovvero...
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IL CLERO BELLUNESEI preti presenti in diocesi sono 145, ma non tutti sono attivi né tutti impegnati in parrocchia. Una ventina sono in Casa di Riposo, in particolare alla Padre Kolbe di Pedavena. Altri sono impegnati in diversi Uffici diocesani nel capoluogo. Questi ultimi, anche se non hanno una propria parrocchia, alla domenica sono chiamati in punti diversi della diocesi per celebrare le messe dove vi è la necessità, dove la comunità è scoperta. Lo stesso fa regolarmente anche il vescovo che, per esempio, due settimane or sono è stato in tre parrocchie diverse per celebrare altrettante messe.
PARROCI A SCAVALCOSono solo 83 i parroci, cioè i sacerdoti cui è affidata la responsabilità di una parrocchia, 77 dei quali diocesani, gli altri religiosi. È questo il caso, per esempio, dei Salesiani presenti a Baldenich o dei Francescani di Mussoi. Quarantasette di essi hanno due (25) o più parrocchie (22). Solo 36 con una sola parrocchia. «Ma questa è una situazione non solo nostra, non solo bellunese dice mosignor Marangoni e si ritrova, pur con formule diverse, a Trento, Bolzano, Pordenone. Come non solo bellunese è il numero ridotto di vocazioni».
SEMPRE PIÙ ANZIANIA fronte di una riduzione delle vocazioni, molto più alto è invece il numero delle parrocchie: sono 158 e 123 di queste hanno il parroco in comune. In questo momento i parroci con meno di 75 anni sono 62, mentre sono in 15 ad avere superato questa soglia. La proiezione per il 2022 dice che saranno solo 48 i parroci diocesani ad avere meno di 75 anni.
LE COMUNITÀ«I numeri sono numeri osservava in quell'occasione il vescovo - possono condizionare molto l'esercizio del ministero presbiterale in questa nostra chiesa. Non sarà solo questa la realtà che vivremo. Certamente le nostre comunità ecclesiali non dipenderanno solo dal numero dei preti. Per questo stiamo facendo il possibile, passo dopo passo, per comunità vive, non dipendenti da un unico fattore, appunto il numero dei preti. Vi suggerisco di intendere così le scelte che siamo chiamati a fare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino