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SPILIMBERGO - Il flirt con un sedicenne l'aveva traumatizzata e, dopo anni di supporto psicologico, una volta diventata maggiorenne e preso coscienza di ciò che aveva subìto, ha denunciato una serie di violenze sessuali patite quando aveva soltanto quattordici anni. Il caso risale a nove anni fa. E per la vittima non è stato facile ricostruire in aula minacce, prevaricazioni e umiliazioni davanti a giudici e avvocati, anche se il processo per presunta violenza sessuale aggravata e sequestro di persona si è celebrato con la massima tutela per la parte offesa, nel contesto del Tribunale per i minorenni di Trieste. È stata un'istruttoria dibattimentale sofferta. Da una parte l'imputato, difeso dall'avvocato Luca Donadon, che ha continuato a negare le ipotesi di accusa. Dall'altra una ragazza provata, che non è riuscita a ricostruire ciò le che era capitato, tanto da spingere la stessa pubblica accusa a chiedere l'assoluzione. Dopo due ore di camera di consiglio, la sentenza: il giovane è stato assolto perché il fatto non sussiste.
IL CASO
Ai minori è consentito rivolgersi alla magistratura una volta diventati maggiorenni, anche se è passato parecchio tempo dall'epoca dei fatti.
L'ISTRUTTORIA
Accuse terribili, ancora più odiose se toccano una ragazzina che sta per diventare donna e che non sa come gestire quello che le sta succedendo. Accuse che si sono trasformate in dubbio davanti al Tribunale, dove nulla può essere lasciato in sospeso e ogni elemento, anche nella sua crudezza, deve portare in una precisa direzione. Dove la vittima deve specificare situazioni, modalità, collocare gli episodi nel tempo e fornire riscontri a ciò che ha denunciato. Contraddizioni e inesattezze hanno scagionato il fidanzatino.
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Il Gazzettino