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PORDENONE - Due anni di inferno le ha fatto passare. E due anni, con pena sospesa, ha patteggiato per un capo di imputazione che lo dipinge con un marito-padrone, che vessava e picchiava la moglie minacciandola che se avesse raccontato ai medici le violenze, anche sessuali, subite. L'avrebbe anche indotta a interrompere una gravidanza minacciando di spaccarle la faccia, di farle fare «una brutta fine» e accompagnandola in ospedale per assicurarsi che l'aborto fosse portato a termine. L'accordo sul patteggiamento, che comprende la pena sospesa e le questioni civilistiche da determinare in sede di divorzio, è stato raggiunto dal pm Marco Faion e dall'avvocato Laura Ferretti. Ad avallarlo, nell'udienza preliminare di ieri, è stato il gup Monica Biasutti.
LE ACCUSE
L'imputato è un immigrato di origine indiana che ha 29 anni e vive nel Friuli Occidentale.
LE VIOLENZE
La donna aveva denunciato anche violenze sessuali, una delle quali avvenuta in un parco pubblico, circostanza che ha comportato l'imputazione di atti osceni. In un'altra occasione la costrinse a rapporti sessuali minacciandola con un tubo. Quando lei rifiutava, lui non le lasciava scampo e affinchè si arrendesse l'avvertiva: «Con le buone o con le cattive?». Nel racconto della vittima uno degli episodi più dolorosi riguarda l'interruzione di gravidanza. Quando tornarono a casa dall'ospedale, le impedì di curarsi nonostante lo stato di salute precario. Secondo l'accusa, arrivò a minacciare di picchiarla, tanto che la donna cercò rifugio da un vicino di casa.
LE BOTTE
La vittima ha denunciato di essere stata presa a ceffoni in diverse occasioni. Sberle così forti che le provocavano problemi all'udito e dolori alle orecchie. Bastava che non riuscisse a fare i lavori di casa perchè stava male o rifiutasse un rapporto sessuale, che la colpiva. È anche successi che, in seguito a uno schiaffo, fosse svenuta.
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Il Gazzettino