Alla Vida bar e ristorante con 160 posti e plateatico

Alla Vida bar e ristorante con 160 posti e plateatico
VENEZIA - Un ristorante con 160 posti, 74 all'interno e 96 grazie al plateatico. È questo l'obiettivo di Alberto Bastianello, imprenditore che ha presentato in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA - Un ristorante con 160 posti, 74 all'interno e 96 grazie al plateatico. È questo l'obiettivo di Alberto Bastianello, imprenditore che ha presentato in Comune un progetto per tramutare la Vida a San Giacomo dall'Orio in un pubblico esercizio. A scoprirlo è stato un accesso agli atti da parte del consigliere Pd Rocco Fiano che, assieme al collega fucsia Maurizio Crovato, hanno parecchi dubbi su questa operazione in uno degli edifici diventato simbolo della battaglia per la residenzialità dei veneziani.  «È strano che un imprenditore investa soldi in una ristrutturazione con la pretesa di fare un ristorante, anche se il Comune ha detto chiaramente che lì non è prevista la possibilità», dicono Fiano e Crovato. Una preoccupazione dettata dal comportamento dell'investitore che ha acquistato l'edificio e sta svolgendo i lavori di manutenzione con la prospettiva di cambiarne l'utilizzo. 

 
I LAVORIA fare le pulci sui destini di quello che era un centro di aggregazione è stato un accesso agli atti datato 27 giugno scorso per ottenere informazioni. Nella relazione si legge che il progetto prevede l'adeguamento dell'edificio per l'apertura di un locale di somministrazione di alimenti e bevande. Mentre al primo piano la costruzione sarebbe ripensata con un secondo bagno e una nuova camera. I lavori, inoltre, prevedono anche la creazione di fosse settiche e lo studio del carico inquinante, con valutazioni precise anche per quanto riguarda i posti di lavoro (circa venti). «Mi stupisce questo atteggiamento, la licenza è stata soppressa 25 anni fa, l'imprenditore ha acquistato un immobile e forse gli è stato detto che sarebbe stato possibile creare un ristorante, ma da piano regolatore quella è un'area destinata a polo culturale e museale», spiega Crovato. 

I DUBBILa perplessità dei consiglieri comunali riguarda quindi «il fatto che un investitore spenda in quel senso nonostante non sia possibile. All'inizio (quando montò la protesta del comitato di cittadini a difesa della Vida, ndr) aveva detto che avrebbe venduto tutto, invece sta proseguendo». E così emerge la possibilità che l'imprenditore possa avere un progetto per aprire un'attività acquisendo una licenza da un locale per trasferirla nell'ex Vida. Ma a fugare questa possibilità sono ancora i consiglieri: «I tecnici del Comune hanno specificato che non è possibile avere il plateatico, perché si tratta di spazio ludico dedicato ai bambini, mentre non è possibile avere la licenza lì perché avrebbe dovuto fare la ristrutturazione prima che il Comune attivasse i blocchi». Oltre a questo, c'è anche il fatto che San Giacomo sia un'area rossa, classificata come satura di locali. Perciò emerge l'ipotesi che ci possa essere un riferimento al Tar, con un'opposizione, arrivando anche al consiglio comunale: «Ho avuto rassicurazioni dall'amministrazione comunale che lì non è previsto un ristorante», ha precisato Crovato, che auspica che sia rispettato il vincolo. «Credo che lì sia possibile fare al massimo un circolo culturale, è normale che i cittadini rispettino le regole. Ci chiediamo comunque con che sicurezza una persona proceda in quel senso». 
Tomaso Borzomì Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino