VENEZIA - Venezia sta sostenendo ben oltre il suo limite di sopportazione e come ha detto ieri l'esperto Jan Van Der Borg «al limite della sua esistenza». Il tetto...
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LE PRENOTAZIONINon si cammina per il numero di turisti nelle calli e sui ponti, i mezzi pubblici sono al limite della capienza, ma ci sono camere degli alberghi vuote. Una rivelazione quasi paradossale, che ha stupito anche il direttore dell'Ava (Associazione veneziana albergatori) Claudio Scarpa, seduto tra il pubblico. «Attualmente sono pochi i turisti pernottanti rispetto all'ottimo - ha spiegato Van Der Borg - per cui va aumentato il carico sulle strutture ricettive, perché c'è spazio per ulteriori pernottanti». Discorso diverso per i visitatori pendolari, che vanno limitati: «I varchi davanti alla stazione o a Piazzale Roma non servono - ha detto il docente - bisogna frenare le modalità di trasporto in terraferma. E ci vuole un sistema di prenotazione per la visita alla città».
E' stato calcolato un turista per ogni abitante di Venezia. La ricerca incrocia più elementi: dati da fonti ufficiali, come il numero delle strutture ricettive in possesso del Comune, il monitoraggio del sito Airbnb, interviste a campione per strada. Alla base però, c'è un modello matematico lineare sulla capacità di carico turistico della città, nato a Ca' Foscari negli anni Ottanta e ora aggiornato. «L'amministrazione deve fare delle scelte - aggiunge il docente - dire che città vuole che diventi Venezia da oggi al 2040. Il flusso turistico da oggi al 2030 dovrebbe raddoppiare. Bisogna affrontare seriamente la questione e i tentativi che l'amministrazione attuale sta facendo non sono sufficienti».
VENEZIA SCOPPIAAttualmente, secondo lo studio, su Venezia gravitano 77mila visitatori e di questi 57.500 sono escursionisti. Un esercito.
Si prospettano politiche cruciali secondo gli studiosi, i quali hanno calcolato la capacità di carico cittadina dando per scontato che debbano esser ridotte le visite giornaliere in piazza San Marco. «La stima di circa 50mila visitatori - spiega Van Der Borg - si basa sull'ipotesi, abbastanza forte, che il Comune riesca a implementare la politica di gestione degli accessi in piazza San Marco, punto debole del sistema, perché risorsa tecnicamente non riproducibile». E Paolo Costa: «Quello che vediamo oggi era tutto paventato nei nostri studi di trent'anni fa. La capacità di carico, in sostanza, non è altro che la quota di patrimonio edilizio dedicata alle attività turistiche. Resto convinto che per cambiare trend e impedire lo spopolamento definitivo di Venezia sia necessario rendere conveniente dedicare gli edifici ad attività non legate al turismo, non solo in centro storico ma in tutto il bacino dell'area metropolitana».
Giorgia Pradolin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino