Il problema di Venezia non sono i negozi di souvenir: «Ho provato più di una volta a vendere Murano, ma resta lì»

Il problema di Venezia non sono i negozi di souvenir: «Ho provato più di una volta a vendere Murano, ma resta lì»
VENEZIA - «Il problema di questa città non sono i negozi di souvenir, ma gli affitti altissimi che rendono questa tipologia l'unica possibile per poter avere...

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VENEZIA - «Il problema di questa città non sono i negozi di souvenir, ma gli affitti altissimi che rendono questa tipologia l'unica possibile per poter avere un'attività. Chi chiude lo fa solamente perché non ce la fa più».

A parlare così non è il solito veneziano che si lamenta su Facebook e riceve una valanga di mi piace per dire queste ovvietà, ma il titolare di un negozio di articoli per turisti, che si è sentito parte in causa dopo l'uscita di molti articoli sul Gazzettino dedicati alla desertificazione commerciale della città. Che i proprietari di immobili a Venezia abbiano la loro grande fetta di colpa nell'impoverimento del tessuto economico e sociale della città è cosa ormai nota. Le richieste di affitto sempre più alte, gonfiate da una domanda turistica che finora non ha avuto crisi, hanno portato all'espulsione di cittadini e di attività.
 
Massimo Alzetta ha rilevato il fondo di negozio in cui fino a pochi giorni fa si trovava la ditta di Giorgio Segala a San Polo, che per 40 anni ha venduto tessuti per arredamento di alta qualità.
«Aprirò dopo il restauro e l'adeguamento alle nuove norme - spiega - un negozio di souvenir. Ma non sarà il decimo, come è stato scritto, ma il secondo e potrebbe restare l'unico visto che nell'altro, la proprietà del fondo ha chiesto un aumento del 40 per cento dell'affitto. Attualmente faccio lavorare una decina di persone».

UNICA TIPOLOGIA
Per Alzetta, l'unica tipologia possibile di negozio redditizio a Venezia è proprio quello turistico.
«Un fondo di negozio costa parecchie migliaia di euro al mese e con le vendite ci devi pagare l'affitto, i dipendenti, le tasse e tutte le altre spese - aggiunge - ed è per questo che con le attività rivolte ai veneziani non ce la fa quasi nessuno. E non paga neppure la qualità. Ho provato più di una volta a vendere Murano, ma resta lì».
Così, par di capire, l'unica possibilità per sbarcare il lunario in presenza di affitti esosi sembra essere il ricordino a poco prezzo per turisti, magari di provenienza cinese.


«Certamente vendiamo oggetti d'importazione - specifica - ma lo diciamo e lo scriviamo, così come mostriamo quali vetri sono invece originali di Murano. Il problema è che i turisti intendono spendere il meno possibile per i regali da portare a casa e così, quando si trovano di fronte alla scelta tra l'oggetto di Murano e quello simile d'importazione scelgono quest'ultimo senza pensarci. La verità - conclude - è che il cliente adatto per certe cose non c'è più. E se ne resta qualcuno, sono comunque troppo pochi».
M.F.
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Il Gazzettino