La Procura di Roma ha chiuso le indagini sulle presunte irregolarità nella gestione di Veneto Banca. L'avviso è stato notificato all'ex ad...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La Procura di Roma aveva dunque da tempo alzato il coperchio sull'«affaire» Veneto Banca, presentando il conto a Vincenzo Consoli e agli ex manager dell'istituto, per il tracollo finanziario che ha coinvolto migliaia di risparmiatori. L'ex ad era stato posto lo scorso mese di agosto agli arresti domiciliari per le ipotesi di aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza. Con lui erano indagate altre 14 persone che hanno tenuto le redini di Montebelluna tra il 2013 e il 2014, prima dell'azzeramento del valore delle azioni e l'ingresso del fondo Atlante. Tra questi, gli ex presidenti Flavio Trinca, Francesco Favotto, poi Stefano Bertolo, responsabile della direzione centrale amministrazione dal 2008 al 2014, Flavio Marcolin, ex responsabile degli affari societari e legali, e con loro ex componenti del collegio sindacale e dirigenti di fascia alta. Il 'profittò del reato era stato stimato dai magistrati in 45,425 milioni di euro. Era questo il valore dei sequestri chiesti dal pm a carico dell'ex ad di Veneto Banca. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno già sequestrato il palazzo di Vicenza in cui Consoli risiedeva, per un un valore di 1,8 milioni.
A due dei principali indagati, Flavio Trinca e Vincenzo Consoli, in passato rispettivamente presidente del Cda e amministratore delegato dell'istituto, la Procura di Roma contesta di aver indicato un patrimonio di Veneto Banca relativo agli anni 2012 (ultimo trimestre) e 2013 non corrispondente a quello reale.
Il Gazzettino