Il prefetto di Venezia: «Centinaia di rifugiati ucraini stanno arrivando in Veneto»

Il prefetto di Venezia: «Centinaia di rifugiati ucraini in arrivo in Veneto»
VENEZIA - Centinaia di rifugiati in fuga dall'Ucraina sono giunti e stanno giungendo in Veneto con mezzi propri. Lo riferisce il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto....

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VENEZIA - Centinaia di rifugiati in fuga dall'Ucraina sono giunti e stanno giungendo in Veneto con mezzi propri. Lo riferisce il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto. Secondo le informazioni della prefettura i cittadini ucraini in fuga raggiungono i parenti che hannno in regione, per lo più badanti e operai, per evitare di rimanere intrappolati sotto le bombe nel proprio paese.

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«C'è chi si è fatto raggiungere al confine - riferisce Zappalorto - da amici e parenti partiti dal Veneto per poi essere portati in regione. Altri hanno organizzato piccole comitive con destinazioni ben precise, ovvero da chi sapevano potesse dargli ospitalità, altri ancora hanno usato la propria auto per mttersi in salvo con la famiglia».

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Il Prefetto stima gli arrivi di questi giorni in alcune centiaia di rifugiati ma il dato è in aumento e si sta avviando una sorta di censimento attraverso le associazioni ucraine e in base a quanti risultano residenti sul territorio per monitorare e sostenere i bisognosi. Secondo Zappalorto il fenomeno è comune a tutto il  Nordest.

IL PATRIARCA DI VENEZIA

«Condividiamo un dolore che non ha parole e non può essere definito». Lo ha detto il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, durante la messa per la pace nella monumentale chiesa della Madonna della Salute riferendosi all'aggressione di Mosca all'Ucraina. «Le immagini tristi che abbiamo visto - ha aggiunto nell'omelia - dicono più delle parole che in questa circostanza vanno misurate perché rischiano di essere retoriche. Abbiamo visto la guerra attraverso la sofferenza di chi la vive, là dove si combatte e qui dove si combatte in altro modo, il dolore per i morti… Neanche i bambini sono stati risparmiati». «Per il cristiano questo è il tempo della preghiera - ha sottolineato Moraglia -. Non è qualcosa di consolatorio, ma l'unica arma che fa tacere le armi e riesce a spuntare le armi degli uomini. Non possiamo accettare che la violenza diventi un modo per costruire la storia. Preghiamo perché Dio Padre tocchi il cuore di tutti». «Chiediamo alla Vergine Santissima che ci aiuti oggi a credere nella potenza della nostra preghiera - ha concluso -. E torniamo a casa convinti che qualcosa è cambiato, perché nessuna preghiera è mai inutile. La potenza della preghiera: la preghiera per chi governa, come chiede San Paolo nella lettera a Timoteo, e per i popoli che dipendono dai governanti».

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Il Gazzettino