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TREVISO - Riccardo Szumski nega il municipio per il Vax-day comunale. L’Usl aveva chiesto di poter usare la sala consiliare per somministrare il vaccino contro il coronavirus ai cittadini con più di 60 anni dove la copertura risulta ancora al di sotto della media. Ma il sindaco-medico di famiglia di Santa Lucia di Piave, diventato un riferimento delle galassie No-Vax, Free-Vax e No-Pass, ha fatto sapere che «non è opportuno». Secondo alcuni la motivazione è politica: l’organizzazione del Vax-day proprio nella sala che alla fine di settembre ha visto l’approvazione della delibera contro il Green pass avrebbe potuto rappresentare uno smacco. Fatto sta che il discorso non è chiuso. L’azienda sanitaria ha già chiesto allo stesso Szumski di mettere a disposizione un’altra struttura pubblica collegata alla rete elettrica e dotata di bagni. A quanto pare, però, non è così semplice. Szumski ha replicato invitando l’Usl a presentare una richiesta scritta. Si procederà in questo senso. Poi si vedrà.
LA RICHIESTA
«Avevamo chiesto la sala consiliare per dare un messaggio anche sul piano simbolico dove la copertura è al di sotto della media – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca – ma non è una cosa tassativa: siamo pronti a usare un’altra struttura pubblica, che abbia i requisiti necessari. L’importante in questo momento è vaccinare quante più persone possibile». Le cose sono andate diversamente negli altri due comuni destinati a ospitare un Vax-day: Fonte e Refrontolo. Il sindaco di Fonte, Luigino Ceccato, ha dato il via libera per l’uso dei locali del municipio. Qui si vaccinerà il 20 novembre, dalle 9.30 alle 12.30. E anche il sindaco di Refrontolo, Mauro Canal, ha acceso il semaforo verde: il Vax-day scatterà il 27 novembre, sempre dalle 9.30 alle 12.30.
IL PROFILO
Ora si attende Szumski, la cui posizione di medico di famiglia non vaccinato contro il coronavirus è ancora al vaglio della commissione ad hoc istituita dall’Usl per vigilare sul rispetto dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Se non emergerà un valido motivo per evitare l’iniezione anti-Covid, scatterà la sospensione, con annesso taglio dello stipendio. Su questo fronte, dopo l’annuncio dei giorni scorsi, ieri l’azienda sanitaria ha confermato la sospensione di Maria Cristina Bellin, dottoressa di 51 anni con ambulatorio a Oderzo. Il provvedimento verrà notificato alla professionista proprio in queste ore. «Il dipartimento di Prevenzione ha già inviato la segnalazione all’interno sistema» fanno sapere dall’Usl della Marca. Si tratta del primo caso del genere in provincia.
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Il Gazzettino