OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ROVIGO - Un raid vandalico che si è abbattuto con brutalità su una vecchia abitazione nella frazione di Magnolina, a Gavello, all’interno della quale è stato appiccato un incendio che ne ha distrutto parte del tetto, sono stati devastati i sanitari con colpi sferrati rabbiosamente e sono state imbrattate le pareti interne.
A far addensare qualche ombra in più su questo fatto già di per sé deprecabile, il fatto che la casa sia del presidente della Provincia, nonché sindaco di Ceregnano, Ivan Dall’Ara e soprattutto, che sui muri siano state tracciate delle stelle a cinque punte, simbolo che purtroppo ha segnato la storia italiana essendo il “marchio” delle Brigate rosse.
L’ACQUISTO
Il fatto sembra essere successo qualche giorno fa, ma è stato scoperto solo ieri mattina da Dall’Ara, quando si è presentato alla sua nuova casa, acquistata da poco tempo all’asta, investendo la sua liquidazione arrivata dopo che due anni fa ha raggiunto il traguardo della pensione, dopo una vita da direttore amministrativo, carriera conclusa al polo tecnico superiore Viola-Marchesini di Rovigo.
NOTIZIA NOTA A POCHI
L’assalto alla sua casa con le vicende amministrative verosimilmente ha nulla a che fare. Anche perché, come spiega lo stesso Dall’Ara, ben pochi, familiari e amici, sapevano di questo acquisto, fatto aggiudicandosi il lotto in questione a un’asta giudiziaria, che si è perfezionato da poco tempo. Tuttavia, di per sé il fatto è e resta grave. Perché lo è il fatto che un’abitazione venga vandalizzata e ancor più che venga appiccato un incendio che solo per un caso non ha portato alla distruzione completa e non si è poi propagato alla campagna circostante. Grave è anche che qualcuno possa tracciare segni che evocano momenti storici bui e dolorosi.
AMARA SCOPERTA
Dall’Ara è arrivato alla nuova casa, ieri mattina, insieme a due amici che si erano proposti di dargli una mano per iniziare a sistemarla un po’. Non appena arrivati, la “scampagnata di lavoro in allegria”, ha subito cambiato segno, perché davanti a loro occhi si è configurato qualcosa di decisamente pesante. Una cappa di fumo e fuliggine che ancora aleggiavano perché le finestre erano chiuse e questo sembra poter essere il motivo per cui, alla fine, l’incendio ha finito per esaurirsi da solo, poi il bagno distrutto e i muri con le stelle a cinque punte. Subito sono stati chiamati i carabinieri e una pattuglia della Stazione di Crespino è rapidamente accorsa, provvedendo al sopralluogo.
Per entrare l’autore, o gli autori, della devastazione, avevano utilizzato una spranga per forzare il portone.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino