Vaccini, stop alla corsia preferenziale per i caregiver: «Dovranno aspettare il proprio turno»

Un disabile al vaccino
VENEZIA - L'hanno perfino stampato, perché il computer è utile, ma la carta talvolta aiuta di più. E allora ecco il lenzuolone di carta con i quadratini...

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VENEZIA - L'hanno perfino stampato, perché il computer è utile, ma la carta talvolta aiuta di più. E allora ecco il lenzuolone di carta con i quadratini colorati: rosa e azzurro per Pfizer, verde e fucsia per Moderna, arancio e rosso per AstraZeneca, celeste - quando arriverà - per J&J. Ci sono i nomi dei centri vaccinali, il calendario, gli orari, le dosi disponibili. Come i generali delle guerre che si combattevano un secolo fa, con le mappe dispiegate sul tavolo e le indicazioni dei contigenti. Solo che qui non ci sono carri armati né artiglierie, ci sono solo frigoriferi che si vorrebbero pieni di vaccini, una delle poche armi, oggi, per sconfiggere il maledetto virus. Una guerra che ogni giorno riserva una sorpresa, come quella che ieri mattina ha animato il quinto piano del palazzone dell'Ulss 3, nella periferia mestrina oggi fulcro di ipermercati e centri commerciali. «Abbiamo saputo che la settimana prossima Pfizer arriverà non il mercoledì, ma il giovedì», dice Luca Sbrogiò, commissario alle vaccinazioni e direttore del dipartimento di Prevenzione. E allora? Allora c'è il problema di giovedì 29 aprile: se non arriveranno in tempo come si farà con le tremila e passa somministrazioni programmate? Verranno disdetti gli appuntamenti? «Qua non si disdice niente, qua si va avanti», scandisce Edgardo Contato, il neo direttore generale dell'Ulss 3 Serenissima di Venezia.


IL VERTICE
Attorno al tavolo dell'Unità di crisi siedono informatici, dirigenti amministrativi, coordinatori dei distretti, referenti dei medici di medicina generale. Una squadra che complessivamente conta 200 persone, senza contare i volontari delle associazioni e della Protezione civile, e che chiede una sola cosa: vaccini. È un pezzettino della macchina da guerra di cui quotidianamente parla il governatore del Veneto, Luca Zaia, ed è una macchina che deve fare i conti con un territorio che non ha eguali in tutta la regione. È qui che per raggiungere gli anziani delle isole, in laguna, è stato predisposto un apposito vaporetto per le vaccinazioni, ma siccome all'Ulss 3 Serenissima non c'è solo acqua, ma anche terra, il direttore generale Contato adesso vuole il camper e il drive throug: «Così ultrasettantenni e fragili potranno avere la vaccinazione, contiamo di organizzare tutto nel giro di pochi giorni». Il camper è in fase di allestimenti, la vaccinazione in strada sarà nel parcheggio dell'Sfmr a Mira, in fondo a via Ghebba.


I CONVIVENTI
Il vero problema, semmai, è quello dei conviventi delle persone fragili e dei conviventi e degli accompagnatori dei disabili gravi. Da quando, la settimana scorsa, la direttrice della Prevenzione regionale, Francesca Russo, ha emanato una circolare per dire chi ha diritto al vaccino tra i cosiddetti deboli, si è scatenato il pandemonio: i conviventi dei trapianti esigono la dose, idem quelli di oncologici e malati con immunodepressione, mentre tra i disabili contemplati nell'elencone della legge 104 a volere, legittimamente, la puntura sono anche gli accompagnatori, i cosiddetti caregiver. Solo che le Ulss non ce la fanno. E al di là della carenza di vaccini (il target fissato dal commissario Figliuolo è di 25mila dosi al giorno in tutto il Veneto, martedì se ne sono fatte 22.527 perché di più non ce n'erano), c'è anche un problema di ordine etico: se le indicazioni della struttura commissariale sono di procedere per fasce di età, oltre che per fragilità, perché l'accompagnatore o il genitore sano di una persona in carrozzella dovrebbe essere vaccinato prima di un settantanovenne, categoria ritenuta più a rischio?


LA PRENOTAZIONE
È anche una questione di numeri, rileva il dottor Sbrogiò: nell'Ulss 3 Serenissima, su una platea vaccinale di 550mila persone, significherebbe riservare circa 100mila dosi - una su cinque - per questi accompagnatori. «Saranno vaccinati, certo che sì, ma con le stesse modalità delle altre persone: il portale», dice Sbrogiò mentre il dg Contato annuisce. Inutile, dunque, tempestare il numero verde di chiamate o presentarsi ai centri vaccinali esigendo di avere subito l'inoculazione del siero o - sta succedendo - mandare diffide attraverso gli avvocati: «Stiamo raccogliendo le liste dei conviventi delle persone fragili e dei disabili gravi, così quando prenoteranno i rispettivi codici fiscali saranno accettati automaticamente». Ma, appunto, dovranno prenotare. E per prenotare dovranno attendere che sul portale dell'Ulss, accanto agli over 80 (ormai pressoché conclusi) e alle altre tre fasce di vaccinandi, compaia una quinta casella: quella dei conviventi e dei caregiver. Qualcuno protesterà? Sbrogiò lo mette in conto: «Un lettore sul giornale si chiedeva cosa mai ci vorrà per mettere in piedi una campagna vaccinale e se c'era bisogno di un ingegnere della Nasa. Beh, non mandiamo gente sulla Luna, ma poco ci manca».
 

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