Truffa del falso matrimonio. «Amore, ti sposo»: ma il presunto alto dirigente Eni in realtà era un truffatore

Armando Gregory Inglese
PORDENONE - Si erano conosciuti per caso in un locale in Slovenia. Lui salentino dalla bella parlantina, lei friulana timida e riservata. Fece breccia nel cuore, le disse di...

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PORDENONE - Si erano conosciuti per caso in un locale in Slovenia. Lui salentino dalla bella parlantina, lei friulana timida e riservata. Fece breccia nel cuore, le disse di essere innamorato, di amarla profondamente e che l’avrebbe sposata. A un passo dal matrimonio, con le pubblicazioni già pronte e il vestito da sposa ordinato, si è scoperto che Gregory Palorbini, leccese residente a Sannicola, era un impostore. Il futuro sposo in realtà si chiamava Armando Gregory Inglese, 49 anni, già condannato per importanti raggiri in Puglia e attualmente detenuto nel carcere di Civitavecchia. Ieri, su richiesta del pm Federico Facchin, è stato rinviato a giudizio dal gup Monica Biasutti. A settembre è chiamato a difendersi dalla duplice accusa di falsa attestazione a un pubblico ufficiale, di truffa e di sostituzione di persona.


IL RAGGIRO


In provincia di Lecce l’uomo è conosciuto per essere stato l’ex allenatore delle squadre di calcio del Gallipoli e di Galatina. Alla sua futura si era presentato come un alto dirigente aziendale impegnato per conto di Eni, un incarico importante che gli permetteva di vivere in un attico in piazza di Spagna a Roma. Era così convincente che lei non ha dubitato. Anzi, la promessa sposa era andata a Udine a ordinare l’abito nuziale scegliendo un vestito da 3.600 euro e versando una caparra di cento euro. Era convinta di aver trovato l’amore della sua vita, lo aveva fatto conoscere alla famiglia ed era felice del suo nuovo progetto di vita. In realtà si era imbattuta in un truffatore seriale.


FALSI INVESTIMENTI


L’uomo è riuscito a fingere di essere innamorato, ma anche di avere un consulente finanziario che gli curava gli investimenti. Ed è così che, dopo la proposta di matrimonio, l’ha convinta a versare in diverse occasioni somme che in realtà finivano in un conto PostePay che era intestato a lui stesso. In due settimane, nel novembre 2018, la donna ha spostato dal suo conto 15.839 euro senza minimamente sospettare che finivano nella disponibilità di Inglese. Poi, a ridosso delle nozze, qualcosa si è inceppato. Sono emersi dei sospetti e sono entrati in scena i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Spilimbergo.


FALSI DOCUMENTI


Sono bastati alcuni accertamenti da parte dell’Arma per scoprire che il signor Gregory Palorbini era un fantasma. Che per le pubblicazioni di matrimonio aveva fatto recapitare un documento falso all’ufficiale di stato civile, a cui aveva inviato via posta elettronica anche un codice fiscale fasullo. Inglese aveva fatto coincidere data di nascita e residenza, ma si era cambiato il nome. Messo alle strette dai carabinieri, come gli contesta la Procura di Pordenone nell’imputazione, per tre volte ha dichiarato al pubblico ufficiale di chiamarsi Palorbini e che aveva avviato le pratica per cambiare cognome nel Comune di residenza.


IL RINVIO A GIUDIZIO


Il caso friulano non è isolato. L’ex allenatore leccese è già stato pesantemente condannato in Puglia e nel capo d’accusa formulato dal magistrato di Pordenone gli viene contestata la recidiva per reati simili commessi negli ultimi cinque anni. È difeso da un avvocato del Foro di Lecce, Giuseppe Martino. Mentre la parte offesa è rappresentata dall’avvocato Antonino Di Pietro, che ieri non si è costituito parte civile. Avrà tempo fino al 14 settembre, data in cui saranno trattate le questioni preliminari davanti al giudice monocratico, per valutare una partecipazione al processo finalizzata a un risarcimento dei danni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino