Treviso, truffati dal Superbonus 110% manifestano fuori da Casa Zero: «La mia abitazione è un cantiere, non ho né porte né finestre»

NERVESA - C'è chi è costretto a vivere in una casa che è un cantiere, dove piove pure dentro, chi ha già pagato parte dell'intervento e chi si...

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NERVESA - C'è chi è costretto a vivere in una casa che è un cantiere, dove piove pure dentro, chi ha già pagato parte dell'intervento e chi si è visto prelevare 100mila euro di crediti, ancora prima dell'inizio dei lavori. La rabbia dei clienti che si sentono truffati da Casa Zero, il consorzio finito nel mirino della Guardia di finanza per il caso Superbonus 110%, è andata in scena ieri davanti alla sede dell'azienda in via Priula a Nervesa. Una cinquantina di persone si sono radunate sotto gli uffici.


SULLA STESSA BARCA
Le posizioni sono diverse. Ma la barca è la stessa per tutti: quella di chi è ormai convinto di essere stato truffato attraverso il Superbonus. «Ci ritroviamo a vivere in 6, con due bambini di 10 e 12 anni, in una casa dove quando piove entra l'acqua - spiega Franco Campeotto di Ponzano - i lavori sono iniziati lo scorso febbraio. Ma ad aprile si sono bloccati, senza più ripartire». La posa dei davanzali delle finestre non è stata ultimata. E così sono rimasti dei buchi. Lui aveva pagato 1.100 euro di cauzione. Ancora non sa, però, se ci sono stati prelievi dal proprio cassetto fiscale. Quel che è certo è che l'importo dei lavori ammontava a 224mila euro per due appartamenti. E la scadenza del 30 settembre ormai è vicinissima: solo i cantieri dove per quella data sarà stato eseguito almeno il 30% delle opere potranno essere prorogati fino al 31 dicembre. Altrimenti il Superbonus sarà valido esclusivamente per quanto fatto fino a giugno. Sembra una missione impossibile, con il rischio per i clienti di dover sborsare pure la differenza. Per non parlare dell'occasione persa. E per di più con il timore che l'Agenzia delle entrate in futuro possa chiedere conto di qualcosa. Si sono moltiplicate le lettere di diffida alla società. Così come le denunce alla Finanza. Ieri pomeriggio un gruppo di clienti ha chiesto di poter incontrare un rappresentante dell'azienda.


CONFRONTO SFUMATO


Dagli uffici hanno risposto che Alberto Botter, presidente di Casa Zero, avrebbe potuto vedere una delegazione. Ma si è rimasti sul niente di fatto. «Da me hanno solo scaricato le impalcature. I lavori attualmente sono a zero. È impossibile arrivare al 30% per fine settembre - scandisce Giovanni Michielin di Volpago - dopo l'arrivo dei ponteggi hanno prelevato 64mila euro dal cassetto fiscale, che equivale al 40% dei lavori che secondo loro dovrebbero essere fatti. Ma non si sa più nulla. I capi-commesse non rispondono. E altri ingegneri si sono licenziati». Il problema non riguarda solo il trevigiano. Alfredo Vaira è rimasto in sospeso per la sua casa di Vigodarzere. Stessa cosa è successa a suo cognato. Per un totale di 343mila euro di lavori. «Ci avevano detto che i lavori sarebbero partiti il primo aprile. Abbiamo dato l'anticipo di 500 euro. Alla fine, invece, non è partito proprio nulla - allarga le braccia - il primo agosto hanno annunciato che il cantiere sarebbe stato aperto tra settembre e ottobre. Ma siamo fuori tempo massimo. Abbiamo perso un'occasione perché ci siamo fidati». A Quero ci sono cantieri lasciati a metà, senza più il riscaldamento. «Mio figlio vive all'estero - rivela Tullio Collavo - e quando è venuto a trovarmi ha dovuto andare in albergo». Anche a Biassono, provincia di Monza e Brianza, le cose sono finite in sospeso. «Il cappotto non è ancora finito e mancano pompa di calore e sostituzione degli infissi. Per fortuna la mia casa è agibile. Ma ci sono persone che non sanno come affrontare l'inverno - sottolinea Paolo Gregori - i lavori ammontavano a 162mila euro. Ho firmato il contratto a dicembre. E a novembre Casa Zero aveva già ceduto il credito per 100mila euro».



 

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Il Gazzettino