PORDENONE - Al Monte dei Paschi di Siena c’è un conto corrente particolare: non è intestato a una persona fisica, ma a un procedimento penale. È...
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Gaiatto, Najima Romani e dei loro collaboratori di restituire il denaro sottratto ai risparmiatori con la promessa di straordinari rendimenti nel mercato valutario. Nei mesi scorsi il procuratore Tito e il sostituto Monica Carraturo avevano messo in “cassaforte”, con un sequestro preventivo per equivalente, beni per quasi 4 milioni di euro, tutti intestati alla Studio Holding doo, società croata amministrata dalla compagna di Gaiatto, la Romani. Quei beni sono stati affidati a un amministratore, Stefano Zigante, che sta incassando gli affitti degli immobili attualmente in locazione. Si tratta di denaro che va ad alimentare il “fondo risarcimenti”.
IL GARANTE
Il caso della Venice è finito anche sul tavolo del Garante per la protezione dei dati personali. Un esposto è stato presentato dagli avvocati portogruaresi Gianluca Liut e Ilaria Giraldo, che puntano il dito contro il pubblico proclama del Tribunale di Pordenone divulgato in via eccezionale attraverso il sito internet del palazzo di giustizia pordenonese. Il decreto di fissazione dell’udienza contiene anche i capi di imputazione completi delle liste delle parti offese (oltre un migliaio). Questo per evitare che il processo possa inciampare in quei casi di “omesse notifiche” che vanificherebbero le udienze. Nella lista ci sono 97 nominativi inseriti d’ufficio. Sono risparmiatori del Portogruarese, del Trevigiano e del Pordenonese che hanno investito più di 30mila euro. Un danno rilevante. È per questo che la Procura li ha inseriti d’ufficio nella lista delle parti offese. Loro non hanno gradito. Una decina si è rivolta a Liut lamentando la violazione della privacy. Il pubblico proclama è stato pubblicizzato sul web per raggiungere il più alto numero possibile di vittime. Secondo Liut e la Giraldo, però, chi non ha presentato denuncia aveva i suoi buoni motivi per non uscire allo scoperto. «Hanno rinunciato lecitamente a far valere il proprio diritto a essere risarcite - affermano i legali - per una scelta precisa di anonimato o convenienza, rispettabilissima perchè attinente alla sfera dei propri interessi privati». La lista dei 97 aveva investito con Gaiatto 5,6 milioni di euro nella piattaforma IG della Venice. L’importo complessivo restituito è di 805mila: il danno complessivo è di 4,8 milioni. Il pubblico proclama avverte questi risparmiatori che sono ancora in tempo a presentare la querela e a costituirsi parte civile.
IL VADEMECUM
Ieri il gup Eugenio Pergola ha fornito le indicazioni su come muoversi in vista dell’udienza del 16 febbraio, che si terrà nel centro culturale Aldo Moro di Cordenons. Le procedure di identificazione cominceranno alle 8.30. Si tratta di una camera di consiglio, il pubblico non è ammesso. Ad avvocati e parti offese è vietato l’uso di cellulari, che dovranno essere spenti, non silenziati, altrimenti interferiranno con il videocollegamento previsto tra le due sale d’udienza. Vietate le registrazioni. Chi verrà sorpreso verrà allontanato dall’aula e i contenuti di registrazioni o filmati verranno cancellati. Ci sono 300 posti a sedere nella sala consiliare e 440 nell’auditorium, chi vuole partecipare può “prenotare” il posto attraverso il proprio legale inviando una mail alla cancelleria del Gip/Gup.
Cristina Antonutti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino