OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
TREVISO - Sono 218 le parti civili che il gup Piera De Stefani ha deciso di escludere dal processo, e che dunque non avranno diritto a un eventuale risarcimento dei danni, accogliendo le eccezioni presentate dai difensori dei cinque imputati per l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa in merito azioni di Veneto Banca: si tratta di 145 risparmiatori che hanno già ottenuto un accordo transattivo con l’ex popolare di Montebelluna, e di 73 azionisti che avevano acquistato i titoli di Veneto Banca in un periodo antecedente al 2012, ovvero l’anno da cui partono le contestazioni della Procura di Treviso. Tra queste 218 posizioni, il giudice ha escluso anche il Movimento Difesa del Cittadino di Verbania, ente esponenziale che aveva avanzato una pretesa risarcitoria. Le parti civili ammesse rimangono comunque più di 2mila.
LE ACCUSE
La Procura di Treviso contesta una truffa da 107 milioni di euro ai danni di risparmiatori e azionisti di Veneto Banca. Sul banco degli imputati ci sono cinque persone: oltre all’ex amministratore delegato ed ex direttore generale Vincenzo Consoli (già condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza bancaria, con tanto di confisca di 223 milioni di euro di beni, ndr), ci sono l’ex condirettore generale ed ex responsabile dell’area commerciale Mosè Fagiani (difeso dall’avvocato Massimiliano Asdrubali), l’ex responsabile della direzione centrale pianificazione e controllo Renato Merlo (difeso dall’avvocato Alberto Mascotto), il suo successore Giuseppe Cais (difeso dall’avvocato Giuseppe Pugliese), e l’ex direttore del settore Capital management Andrea Zanatta (difeso dall’avvocato Boris Cagnin).
LE ECCEZIONI
I legali dei cinque imputati ieri mattina hanno presentato un’altra eccezione preliminare: il giudice si è riservato.
Il Gazzettino