Veneto Banca, fuori dal processo 218 parti civili ne restano ancora 2mila

Domenica 27 Marzo 2022 di Giuliano Pavan
Vincenzo Consoli all'uscita del tribunale

TREVISO - Sono 218 le parti civili che il gup Piera De Stefani ha deciso di escludere dal processo, e che dunque non avranno diritto a un eventuale risarcimento dei danni, accogliendo le eccezioni presentate dai difensori dei cinque imputati per l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa in merito azioni di Veneto Banca: si tratta di 145 risparmiatori che hanno già ottenuto un accordo transattivo con l’ex popolare di Montebelluna, e di 73 azionisti che avevano acquistato i titoli di Veneto Banca in un periodo antecedente al 2012, ovvero l’anno da cui partono le contestazioni della Procura di Treviso. Tra queste 218 posizioni, il giudice ha escluso anche il Movimento Difesa del Cittadino di Verbania, ente esponenziale che aveva avanzato una pretesa risarcitoria. Le parti civili ammesse rimangono comunque più di 2mila. 
LE ACCUSE
La Procura di Treviso contesta una truffa da 107 milioni di euro ai danni di risparmiatori e azionisti di Veneto Banca. Sul banco degli imputati ci sono cinque persone: oltre all’ex amministratore delegato ed ex direttore generale Vincenzo Consoli (già condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza bancaria, con tanto di confisca di 223 milioni di euro di beni, ndr), ci sono l’ex condirettore generale ed ex responsabile dell’area commerciale Mosè Fagiani (difeso dall’avvocato Massimiliano Asdrubali), l’ex responsabile della direzione centrale pianificazione e controllo Renato Merlo (difeso dall’avvocato Alberto Mascotto), il suo successore Giuseppe Cais (difeso dall’avvocato Giuseppe Pugliese), e l’ex direttore del settore Capital management Andrea Zanatta (difeso dall’avvocato Boris Cagnin).
LE ECCEZIONI
I legali dei cinque imputati ieri mattina hanno presentato un’altra eccezione preliminare: il giudice si è riservato.

Si tratta della richiesta di definire i procedimenti connessi in corso prima di continuare. Inizialmente l’indagine per associazione a delinquere aveva 9 indagati: oltre Consoli, Fagiani, Merlo, Cais e Zanatta, la Procura aveva iscritto anche l’ex presidente di Veneto Banca, Flavio Trinca, l’ex responsabile della direzione centrale amministrazione e, dopo il 2014, dirigente preposto alla redazione dei libri contabili societari Stefano Bertolo, l’ex responsabile della direzione centrale compliance Massimo Lembo, e Cataldo Piccarretta, ex direttore dell’area mercato Italia. Quattro posizioni che sono state stralciate e per le quali è stata chiesta l’archiviazione. Ma non sono ancora state archiviate. Motivo per cui le difese dei cinque imputati sostengono che, in caso di mancata archiviazione, ci si troverebbe a celebrare due processi per gli stessi fatti. Non solo: Consoli, Fagiani e Merlo per un filone relativo alle truffe commesse a Potenza risultano destinatari di una richiesta di archiviazione, ma davanti al gup Marco Biagetti è stata presentata richiesta di opposizione. Anche in questo caso il procedimento non è stato definito. La decisione sulle due eccezioni verrà presa il prossimo 4 aprile, giorno in cui è stata aggiornata l’udienza preliminare.

Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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