TREVISO - Trevigiani recidivi, troppo spesso alla guida con lo smartphone in mano. Ma ora arrivano i controlli in borghese. Tolleranza zero e abiti civili: così la polizia...
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LEGGI PIU' SEVEREAttualmente il codice prevede la sanzione di 165 euro, la decurtazione di 5 punti ma in caso di recidiva nei due anni successivi è prevista anche la sospensione della patente da 1 a 3 mesi. «Il nostro obiettivo», conclude Gallo, «resta sempre la prevenzione, per questo stiamo annunciando questi particolari servizi specifici. Nessuno, se rispetta le regole, può aver alcun timore dei controlli: la sicurezza stradale si costruisce non con le sanzioni ma con la diligenza degli utenti della strada». L'obiettivo della polizia locale resta comunque quello di prevenire i comportamenti pericolosi e la richiesta di controlli proviene dagli stessi utenti che rimangono coinvolti in incidenti per distrazioni causate da altri. Lo stesso legislatore sta aumentando le multe: proprio ieri la Commissione trasporti della Camera dei Deputati ha approvato il Disegno di Legge che inasprisce le sanzioni prevedendo la sospensione della patente, la decurtazione di 10 punti e multa fino a 2.588 euro. «Veicoli che sbandano spesso a sinistra, frenate improvvise o, ancora peggio, tamponamenti e incidenti stradali: sono le conseguenze della guida con il cellulare che distoglie lo sguardo dei conducenti dalla strada per rispondere a messaggi o leggere mail. Un fenomeno in preoccupante incremento» sostiene Gallo.
IN AUTOSTRADALa stretta non riguarda solo la città: le pattuglie della Polstrada hanno già avviato dei controlli in borghese lungo l'autostrada A27, mirati proprio al rispetto del divieto di utilizzare il telefonino al volante. E sono fioccate le prime sanzioni. Perchè l'imperativo è prima di tutto evitare quelle condotte scorrette che possono causare inutili stragi sulla strada. «C'è estremo bisogno di lavorare anche sulla consapevolezza - conclude il comandante della Locale- in genere gli automobilisti sottostimano i rischi dell'uso del telefono in auto. Quindi queste misure non sono indirizzate a fare cassa, ma ad educare».
Elena Filini Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino