TREVISO - A grandi passi verso l'allerta rossa. Tutta l'area urbana di Treviso è da giorni sotto una cappa di smog che, prima e dopo la sera dei Panevin, ha portato...
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PREVISIONI SCADENTIFatte salve le deroghe (mezzi pubblici, veicoli di soccorso e di pronto intervento, over 65 e lavoratori autonomi forniti di certificazione del datore di lavoro) le cattive notizie però non si fermano qui. Da un lato si pone la questione meteo, con prospettive che non sono affatto incoraggianti. Dall'altra il complicato meccanismo che potrebbe portare a un downgrade dell'allerta, ovvero al passaggio da rosso o arancione a verde. Nel primo caso le previsioni di Arpav sono chiare e lo dice anche Salvatore Patti, responsabile dell'Osservatorio Veneto sulla qualità dell'aria. Come ieri, anche oggi e domani si andrà sopra la soglia senza possibilità di appello. Ma anche nel medio termine, al di là del fatto che il centro meteo regionale non si sbilanci con previsioni oltre le 72 ore, sembra muoversi davvero poco. Tutti gli occhi sono dunque puntati alla terza decade di gennaio quando dovrebbero innescarsi dinamiche diverse dalle attuali portando non solo a un deciso rimescolamento dell'aria, ma anche a precipitazioni quanto mai necessarie per l'abbattimento delle polveri. Una tendenza che però non è certezza e che lascia aperta la falla che va dal 14 al 18 gennaio, potenzialmente tutti giorni in cui il pm10 potrebbe spadroneggiare.
PROVINCIA DIVISA A META'La situazione è migliore in provincia, ma non dappertutto. Anche Mogliano, Castelfranco e Montebelluna ricadono nell'area di maggior concentrazione degli inquinanti. Mogliano è l'unica località che non raggiunge i 30mila abitanti (28mila) ma fa parte di uno dei 4 grandi agglomerati urbani che l'Accordo di Bacino ha individuato a livello regionale. La centralina di riferimento è via Lancieri di Novara a Treviso e dunque le limitazioni sono analoghe (deroghe incluse, compresa la percorribilità del Terraglio). Castelfranco e Montebelluna invece, in caso di ripetuti sforamenti, sarebbero chiamate ad applicare le stesse limitazioni del capoluogo. Ma Castelfranco non ha emesso un'ordinanza ad hoc e pertanto sono da escludere eventuali blocchi anche parziali. Montebelluna invece, pur avendo da previsione valori simili a quelli di Treviso, ha come riferimento la centralina di Conegliano dove i valori sono migliori e quindi non ricorrerà ai blocchi come tutta la Sinistra Piave, da a Conegliano a Vittorio Veneto e Oderzo dove i livelli medi di pm 10 sono di regola entro la soglia.
MECCANISMO DI RIENTRODicevamo del complicato meccanismo di rientro alla normalità da una situazione di allerta arancione o rossa. Mentre quello di attivazione è fluido (4 giorni di sforamento consecutivi fanno scattare l'allerta arancione, 10 l'allerta rosso) per tornare al semaforo verde bisogna che sulla base della verifica effettuata nelle giornate di controllo di lunedì e giovedì sui dati delle stazioni di riferimento, si realizzi una delle seguenti condizioni: che la concentrazione del giorno precedente a quello di controllo sia sotto il limite dei 50 mc/m3 e che le previsioni di qualità dell'aria prevedano per il giorno in corso o per quello successivo condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti; oppure che si osservino due giorni consecutivi di concentrazione sotto i 50 mc/m3 in due dei 4 giorni precedenti quello di controllo. Quindi miglioramenti sì, ma ripetuti per almeno due giorni consecutivi o incastrati nel giorno giusto. Tutte condizioni che al momento attuale appaiono piuttosto lontane. Anche ieri, in una giornata non particolarmente tossica, il livello medio di pm10 a Treviso si è sempre mantenuto fra i 45 e i 90 microgrammi per metro cubo, sintomo di un'aria stagnante che fatica terribilimente a ripulirsi anche quando le emissioni nell'atmosfera sono contenute.
R.T. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino