Obbligo della lingua italiana nelle moschee: la consulta boccia la legge veneta

Obbligo della lingua italiana nelle moschee: la consulta boccia la legge veneta
VENEZIA - È incostituzionale solo un articolo della legge varata dal consiglio regionale del Veneto che obbliga chi frequenta un luogo di culto a utilizzare la lingua...

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VENEZIA - È incostituzionale solo un articolo della legge varata dal consiglio regionale del Veneto che obbliga chi frequenta un luogo di culto a utilizzare la lingua italiana per «tutte le attività svolte». Ma nel suo complesso il provvedimento, approvato un anno fa e che disciplina la realizzazione di nuovi luoghi di culto, è legittimo. È quanto ha deciso la Corte Costituzionale a seguito dell'impugnazione da parte del Presidente del Consiglio dei ministri della cosiddetta 'legge anti-moschee' che era stata varata nell'aprile 2016 dal consiglio veneto - con 30 voti a favore, otto contrari e un astenuto - per disciplinare i luoghi di culto di nuova creazione.


Ad essere bocciato dai giudici è stato l'aspetto della legge riguardante l'uso dell'italiano, introdotto con un emendamento del relatore leghista Alessandro Montagnoli, che secondo l'Avvocatura dello Stato travalicherebbe la finalità di natura prettamente urbanistica del provvedimento, per incidere sulla libertà di culto. A ispirare la norma era stata invece, a giudizio della maggioranza del consiglio regionale, la volontà di garantire la maggiore sicurezza e trasparenza, soprattutto nei luoghi di culto islamici, evitando predicazioni estremistiche. «È un'indiscutibile vittoria. Ancora una volta la correttezza dei principi con cui il Veneto opera e legifera è stata riconosciuta dalla Consulta. Dopo il referendum per l'autonomia e la legge Madia, mi auguro che questa nuova sentenza induca il Governo ad una minore conflittualità verso il Veneto, che non è il nemico, ma una Regione che conosce la legge e la rispetta, ma non rinuncia ad affermare i suoi principi e a legiferare di conseguenza». Così il governatore Luca Zaia «Solo tre righe dell'intera nostra legge - aggiunge - sono state bocciate con delle obiezioni di carattere sistematico, per il riferimento all'uso della lingua italiana nelle moschee. Quanto meno sorprendente - sottolinea Zaia - poco dopo che il ministro dell'Interno Minniti ha sottoscritto un accordo con la comunità islamica moderata italiana che prevede proprio l'uso della nostra lingua nelle moschee. Anche l'accordo del Governo è quindi da ritenersi incostituzionale?».
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Il Gazzettino