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PADOVA - «Le nuove linee tranviarie rischiano di costare 600 milioni di euro, il governo blocchi il Sir 3 e il Sir 2». A chiederlo è l'opposizione di centrodestra in consiglio comunale, che ha inviato a Roma un corposo dossier in cui si mettono in fila numeri su numeri e si chiede lo stop di uno dei progetti simbolo dell'amministrazione Giordani. Un dossier che, tra gli altri, è stato inviato anche alla premier Giorgia Meloni e al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
LE CIFRE
«Della questione abbiamo già parlato con il sottosegretario Edoardo Rixi e siamo fiduciosi che il governo possa venire incontro alla nostra richiesta ha spiegato ieri il consigliere leghista Ubaldo Lonardi . È oggettivo che i numeri giocano tutti a sfavore di questo progetto. I costi globali preventivati per le due linee sono di 432 milioni, di cui 132 milioni per l'acquisto dei tram e 300 milioni per la realizzazione delle infrastrutture. A fronte di questi costi, sono complessivamente disponibili 153 milioni di finanziamenti ministeriali e 238 di Pnrr. La parte rimanente (41 milioni, ndr), oltre agli inevitabili aumenti dei costi, dovrebbe essere finanziata dal Comune».
«I costi dei tram, già enormi e fuori mercato, sono nel frattempo aumentati ha rincarto l'esponente del Carroccio .
LE CRITICHE
«A fronte di questi numeri, se non si cambia rotta si rischia di replicare ciò che è successo con la curva Sud dell'Euganeo ha scandito il capogruppo di Fratelli d'Italia, Matteo Cavatton . Al governo chiediamo una cosa semplice: revochi i finanziamenti per Sir 3 e Sir 2 e li destini ad altri progetti di mobilità sostenibile in favore della città. Certo, potrebbero esserci dei ricorsi ma, visto come sono stati formulati finora i contratti, non dovrebbero esserci particolari problemi». Nella questione sarebbero già stati coinvolti anche i due sottosegretari leghisti eletti a Padova, Massimo Bitonci e Andrea Ostellari.
«Parliamo di progetti vecchi di 25 anni ha detto il capogruppo di Italia al centro con Toti, Manuel Bianzale . A questo punto bisognerebbe organizzare un referendum per chiedere il parere dei padovani». «Dire no alle nuove linee tranviarie è prima di tutto una questione etica ha scandito l'ex candidato sindaco Francesco Peghin . Qualcuno potrebbe dire che si sono già espressi sul progetto quando hanno votato per le amministrative. C'è da dire però che i consensi raccolti da questa maggioranza rappresentano solo il 27% della popolazione padovana». «Mi auguro che il governo intervenga per bloccare questi progetti ha concluso il capogruppo di Forza Italia, Roberto Moneta , diversamente i padovani rischiano di dover pagare per decenni una scelta profondamente sbagliata».
Il Gazzettino