Tempesta di grandine: in 40 minuti tutto devastato e il terreno ricoperto da uno strato di chicchi di ghiaccio Video

ROVIGO - Il maltempo poteva dare una mano al Polesine assetato, invece lo ha schiaffeggiato violentemente. Insieme a pioggia, lampi e tuoni, anche un vento sferzante e,...

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ROVIGO - Il maltempo poteva dare una mano al Polesine assetato, invece lo ha schiaffeggiato violentemente. Insieme a pioggia, lampi e tuoni, anche un vento sferzante e, soprattutto, una grandinata che ha picchiato duro (VIDEO), imbiancando le campagne. E creando danni notevoli all'agricoltura già in difficoltà. Se, infatti, la bufera che ha spazzato l'intero Polesine fra le 8 e le 10 di ieri mattina, non ha fortunatamente provocato criticità tali da rendere necessari interventi particolari dei vigili del fuoco, nei campi, invece, è subito partita una dolorosa conta dei danni. Perché la furia di ghiaccio che si è scatenata fra le 9 e le 9.40, ha avuto un'intensità tale da lasciare, al proprio passaggio, un panorama simile ad una nevicata invernale. La Sagra degli Aquiloni di Badia Polesine è stata annullata e riprogrammata per domenica prossima.


TERRENI MARTORIATI
Ad offrire un primo amaro quadro della campagna martoriata è la Coldiretti di Rovigo: «Nel mese di aprile abbiamo visto turnarsi più di una stagione - dice il presidente Carlo Salvan - prima la siccità che si protraeva dall'inverno, poi il calo di temperature e l'arrivo delle gelate tardive, in alcune zone già la grandine il 13 aprile. La pioggia serve, ma per essere di sollievo doveva durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa; mentre i forti temporali, soprattutto se accompagnati da grandine, aumentano i danni. La grandine, infatti, è l'evento climatico più grave per i danni irreversibili che provoca: in una manciata di minuti è in grado di distruggere il lavoro di un anno intero. I chicchi, di varie dimensioni, si sono scagliati sulle coltivazioni colpendo gemme, fiori e germogli».


ZONE COLPITE
Segnalazioni sono arrivate da Lusia, Rovigo, Arquà, Crespino, Costa, Bosaro, Lendinara Fiesso e Pontecchio. Tra le colture maggiormente colpite le frutticole, tra cui drupacee e kiwi, ma anche quelle estensive come grano, colza, aglio, mais e barbabietole da zucchero». Il presidente della Regione Luca Zaia, spiega che «la grandine ha coinvolto colture e attività agricole già fortemente in difficoltà a causa della siccità. Sono in contatto con sindaci ed enti locali: i chicchi di ghiaccio hanno raggiunto dimensioni notevoli, causando danni anche alle nuove semine. La Regione sta valutando, con i tecnici e le associazioni di categoria, l'attivazione di ogni utile iniziativa per fronteggiare le conseguenze dell'ondata di maltempo: è già stata attivata l'Avepa per l'invio di squadre sul territorio, per una prima valutazione dei danni».


Anche Confagricoltura sottolinea come «dopo la siccità e le gelate, mancava solo la grandine, che ha causato danni ingenti alle piante da frutto, alle orticole appena trapiantate e in parte anche ai seminativi. Il bilancio si farà nei prossimi giorni, ma si parla di perdite importanti per tutte le colture in atto e in particolare nelle province di Rovigo, Padova, Verona e Vicenza». Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto, nota come «questa forte grandinata nel post fioritura, ha lasciato il segno sui frutti in formazione come albicocche e ciliegie, spezzando i rami dei kiwi, mentre sulle mele bisognerà aspettare per capire. Le reti antigrandine, purtroppo, erano ancora chiuse e perciò dove la grandine ha colpito ha fatto male». Come evidenziato nell'ultimo rapporto "Osservatorio CittàClima" di Legambiente, i cambiamenti climatici in atto non si manifestano solo nella perdurante siccità, ma con un aumento di tutti i fenomeni estremi: nel 2022 i danni provocati da grandinate sono aumentati del 107%, quelli da trombe d'aria e vento del 76% e quelli da allagamenti e alluvioni del 19%. Come rimarca Salvan, «i cambiamenti climatici hanno un impatto impressionante sul settore agricolo e se ne parla ancora troppo poco. Siamo di fronte a un'evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense con il rapido passaggio dal caldo al maltempo. È importante che le aziende prendano confidenza con gli strumenti assicurativi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino