Per una squadra più compatta la giunta va a lezione di... rugby

La giunta comunale sul campo del Benetton Rugby durante l'allenamento di ieri
TREVISO -  Che cosa può imparare una giunta comunale da una squadra di rugby? Molto, se il sindaco di Treviso Mario Conte ha deciso di impegnare gli assessori per...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
TREVISO -  Che cosa può imparare una giunta comunale da una squadra di rugby? Molto, se il sindaco di Treviso Mario Conte ha deciso di impegnare gli assessori per cinque ore fuori dai loro uffici, sul campo del Benetton Rugby. Cinque ore nelle quali hanno partecipato prima a una parte teorica, guidata da Enrica Quaglio, professionista rodigina che si occupa di risorse umane e formazione, e poi a un paio d’ore sul campo con Antonio Pavanello (direttore sportivo del Benetton) e due giocatori, Edoardo Gori e Marco Barbini  «La forza del rugby - ha detto alla fine Conte - sono i valori che lo caratterizzano, un modello vincente anche per una squadra politico-amministrativa. Abbiamo imparato che cosa significhi giocare in squadra, sostenersi in continuazione e essere in grado di affrontare con successo eventi imprevedibili» «Una giornata eccezionale - gli ha fatto eco l’assessore alla Cultura Lavinia Colonna Preti: le parole più significative del rugby, determinazione, forza e umiltà, devono e possono essere anche quelle di una giunta. E, devo dire, Conte, è un capitano che ci richiama spesso al valore della squadra».

I PRINCIPI
Una squadra alla quale ieri mancavano gli assessori Linda Tassinari e Gloria Tessarolo, ma che ha comunque dimostrato affiatamento. Essere un gruppo, puntare tutti insieme a un solo obiettivo, avere ruoli anche molto diversi ma ugualmente importanti, saper comunicare, seguire le indicazioni di un allenatore e di un capitano, saper superare gli imprevisti in modo veloce ed efficace, sapersi sostenere in attacco e in difesa, vivere in uno spogliatoio (o in una sala giunta) come se si fosse in una famiglia sono principi che accomunano il rugby a qualsiasi altra attività. Per questo il Benetton da qualche anno organizza corsi di “team building” ai quali partecipano soprattutto aziende e imprenditori. Questa volta, per la prima volta, gli allievi sono stati dei politici. Il risultato? Buono, stando alle parole di Pavanello a sindaco e assessori, riuniti in cerchio come una vera squadra, alla fine della lezione: «Vi confesso che pensavo di trovarvi peggio, invece ho visto sostegno, determinazione, volontà di andare in meta insieme».
LE AFFINITÀ
Mentre sindaco e assessori stavano seduti sulla panchina dello stadio, Enrica Quaglio, Pavanello, Barbini e Gori hanno spiegato le regole principali del rugby, la disposizione di una squadra in campo ma, quello che è più importante, le caratteristiche di ogni singolo ruolo e le interazioni che ci devono essere fra i vari giocatori. Quello che la Quaglio ha tradotto nell’espressione “leadership condivisa”: così come nel rugby ogni singolo giocatore può diventare protagonista e il compito degli altri è quello di avere fiducia in lui e aiutarlo a superare la difesa e raggiungere l’obiettivo, così anche nella giunta un singolo assessore può diventare la persona più importante del momento e sarebbe sbagliato se altri colleghi cercassero di oscurarlo per semplice vanità personale. Perché il risultato che conta è quello del gruppo, non quello del singolo.
LA COMUNICAZIONE

Un tasto fondamentale battuto sia nella lezione teorica sia in quella pratica è stato quello della comunicazione interna: un giocatore che porta la palla deve sapere dove si trovano i compagni: per questo devono esistere codici di comunicazione tanto veloci quanto chiari ed efficaci per permettergli di fare la scelta migliore. Un esempio: «”Vai vai vai” non è il miglior esempio di comunicazione, perché scarica la responsabilità sul compagno e non aiuta a prendere una decisione» ha detto loro Pavanello. Ed è andata avanti così, fra mete, passaggi, sostegni e momenti di relax, con Conte che ha mostrato poco comuni doti di calciatore anche con la palla ovale, fin quasi al tramonto. Quando, come nella miglior tradizione del rugby, tutti si sono trovati per il terzo tempo nella casetta di Monigo, ora gestita dall’ex pilone Alberto De Marchi. E questa capacità di tenere all’interno del club persone come De Marchi, che hanno dato tanto alla squadra, è stata l’ultima lezione della giornata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino