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TAMBRE - In un passato nemmeno tanto lontano il Centro Caseario e Agrituristico dell’Altopiano Spert Tambre Cansiglio aveva avuto grossi problemi finanziari. Oggi, cinque anni dopo che cinque allevatori si sono costituiti in cooperativa e ne hanno assunto la gestione diretta, il Centro non solo viaggia a gonfie vele e ha risanato le passività, non solo ha migliorato tutti i fondamentali, non solo ha strappato un prezzo per ogni litro di latte che “in pianura” è utopia, ma i soci hanno anche lasciato 90mila euro alla cooperativa, l’hanno ricapitalizzata per renderla ancora più forte e sana. Ed ora progettano un futuro capace di garantire ancora maggiore qualità per i consumatori e garanzie per soci e dipendenti.
LA STORIA
Quella raccontata da Mirko Breda, uno dei cinque allevatori e presidente del Centro, e dal sindacalista Paolo Casagrande che giovedì ha partecipato all’assemblea dei soci, è una storia di successo e di riscatto. A certificarlo sono i numeri. «Nel 2020 abbiamo venduto 1.200.000 litri di latte al prezzo di 62 centesimi al litro - riferisce orgoglioso Breda – a fronte di una media europea di 49-50 centesimi e ancor più basso della pianura. Il bilancio approvato è di 4 milioni di euro. Va sottolineato che circa 600mila euro di questa somma va in buste paga dei dipendenti, tutti locali; insomma, siamo importanti anche per il bilancio di tante famiglie del territorio. Un rapporto dimostrato dalla presenza nel consiglio di amministrazione anche del Comune di Tambre».
LE STALLE
Sono cinque le stalle del Centro Caseario: tre - Lissandri, Vallorch e Filippon – in concessione da Veneto Agricoltura, ente preposto dalla Regione a gestire il demanio pubblico del Cansiglio; altre due – Sant’Anna e Monte Cavallo – private. «Tutte si trovano sopra i 1.000 metri – spiega il presidente Breda – ma con l’inversione termica tipica del Cansiglio è come se i nostri 450 bovini -250 mucche da latte e 200 da rimonta - alpeggiassero fra i 1.800-2.000 metri di altitudine. Quindi abbiamo una materia prima eccezionale e come dicevano i nostri vecchi ‘un buon latte si può solo rovinarlo”. In stagione, il Centro ha a busta paga una ventina di dipendenti, anche perché gestisce un agriturismo e il Bar Bianco dove sono in vendita i prodotti del Centro. Questi vengono distribuiti anche su tutto il territorio nazionale dopo un accordo con “Econaturasì”, il maggiore distributore di prodotti ecologici in Italia, che garantisce la presenza di latte e altri prodotti in circa 300 negozi». Paolo Casagrande sottolinea a sua volta la bontà e la salute di cui gode l’azienda e plaude ai successi e al cambiamento di rotta degli ultimi cinque anni: «I cinque soci conferitori hanno assunto la gestione diretto, risanato le passività e ora il latte è pagato in 60 giorni a fronte dei 120 precedenti, il prezzo di 0,62 centesimi al litro che torna agli allevatori è eccezionale. Il successo? Sono riusciti a fare economia di scala, il latte è tutto biologico fresco e ancora non si accontentano, tanto è vero che sono alla ricerca di nuove certificazioni». Lo stesso Casagrande però aggiunge: «Mentre latte e formaggio vengono lavorati a Tambre in una struttura dove vi è anche un B&B, la stagionatura avviene in Cansiglio, in Valmenera, un vecchio caseificio in condizioni vetuste, ma sembra che ora la Regione e Veneto Agricoltura abbiano accolto la richiesta per risistemarlo». Ora che i piedi poggiano al sicuro, il Centro Caseario è impegnato a raggiungere altre e ancora più qualificanti certificazioni capaci di mettere a punto un sistema innovativo per sancire la biodiversità dell’ambiente e dare un valore aggiunto ai prodotti. E in accordo con Veneto Agricoltura il nuovo orizzonte è un progetto di sviluppo sostenibile anche per il turismo.
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Il Gazzettino