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All’inizio succedeva a pochi. Ora praticamente a tutti. E il rischio che si generi un effetto valanga è concreto. Talmente concreto da mettere seriamente in crisi un sistema che pareva rodato come quello del Superbonus 110 per cento, il perno della corsa alla ristrutturazione di case e condomini. E in Friuli Venezia Giulia “ballano” circa 300 milioni di euro. Soldi che le aziende attendono sotto forma di crediti fiscali ma che gli istituti di credito tardano a dare. Soldi che se mancano possono bloccare centinaia di cantieri in tutta la regione, con un’ultima coda: la possibilità che i proprietari di case e condomini facciano causa alle aziende stesse. E che le aziende scivolino verso fallimenti e insolvenze.
IL BUCO
Si deve partire da un numero, per capire la portata del fenomeno. Nel solo Friuli Venezia Giulia siamo arrivati a quota 9.507 delle cosiddette asseverazioni.
COSA SUCCEDE
I dati di Enea, l’Agenzia nazionale che monitora gli investimenti legati alla transizione, parlano di un cantiere su dieci che attualmente è fermo oppure che rischia di non essere più ripagato dallo Stato. In mezzo a questo meccanismo, ci sono due soggetti che di fatto rischiano di perderci: le ditte di costruzioni e i proprietari di case e condomini che contavano sul rimborso del credito per eseguire i lavori.
Il problema principale non è a monte, ma a valle. Il sistema del Superbonus, infatti, si basa sull’acquisto dei crediti in fattura. In poche parole, il proprietario di una casa o di un condominio sfrutta la norma vantaggiosa e si affida a una ditta di costruzioni che anticipa lei il costo dell’intervento. La ditta stessa, poi, compie il secondo passaggio in due modi: si rivale sullo Stato con uno sconto fiscale che spesso viene spalmato su diversi anni oppure più comunemente vende letteralmente il credito maturato anticipando il costo dei lavori al Fisco oppure agli istituti di credito. Quindi alle banche. Ed è in corrispondenza di quest’ultimo passaggio che si sta bloccando anche in regione il meccanismo del Superbonus. L’acquisto dei crediti da parte degli istituti, infatti, sembra non funzionare più. Le aziende, quindi, stoppano i cantieri per non rischiare di rimanere a secco di liquidità e con una sovraesposizione finanziaria. Di contro, invece, i proprietari che avevano scelto di avviare i lavori su un immobile rischiano di veder scaduti i tempi e di dover pagare un conto salato. Quindi pensano ad azioni legali nei confronti delle aziende.
Nel solo Fvg i lavori del Superbonus riguardano 777 condomini, 6.184 edifici unifamiliari e 2.546 unità immobiliari indipendenti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino