Superbonus, truffa "Casa Zero": in una settimana arrivano altre 40 nuove denunce

TREVISO - Sono salite a quaranta le denunce dei cittadini per la maxi truffa del Superbonus 110%. Continua la processione di clienti al comando provinciale della Guardia di...

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TREVISO - Sono salite a quaranta le denunce dei cittadini per la maxi truffa del Superbonus 110%. Continua la processione di clienti al comando provinciale della Guardia di Finanza per denunciare Casa Zero srl, il consorzio di Nervesa finito nel mirino delle fiamme gialle per la maxi frode da 24 milioni di euro in crediti d’imposta legata al Superbonus 110%. Visto il numero di querele raccolte in una settimana, l’impressione è di essere soltanto all’inizio, tanto che «ho dovuto rafforzare il dispositivo di ricezione degli esposti per fare fronte al flusso» - afferma il colonnello Francesco De Giacomo, comandante provinciale.

CANTIERI MAI AVVIATI

Tra i clienti c’è chi aspettava da mesi l’inizio dei lavori: contratti firmati, ma di ponteggi neanche l’ombra. Gli importi, in media si aggirano sugli 80 mila euro di intervento. La doccia fredda è arrivata dopo lo scoppio del caso, quando decine di clienti hanno controllato nei loro cassetti fiscali: i lavori risultavano come già eseguiti, con tanto di fatture emesse e il credito d’imposta era già stato ceduto. Peccato che si trattasse di opere fantasma. Circa 500 i contratti sottoscritti nel primo anno di attività, iniziata peraltro in piena pandemia, quando molte aziende in difficoltà chiudevano i battenti. Un aspetto che ha fatto drizzare le antenne alla Finanza. Su 500 cantieri, 230 erano fantasma. Più della metà riguarda il Veneto (56%), ma una buona percentuale tocca anche il Friuli Venezia Giulia in particolare la provincia di Pordenone (27%) e la Lombardia (15%). Dei 24 milioni di euro che Casa Zero avrebbe incassato attraverso lavori mai eseguiti, attestati da un asseveratore connivente, al momento ne sarebbero stati recuperati solo 8,2, frutto del sequestro di un immobile e di quanto trovato nei cassetti fiscali della società e nei conti correnti. Tre gli indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato: il presidente di Casa Zero Alberto Botter, il legale rappresentante della società, Fabio Casarin, milanese, e l’ingegnere Massimiliano Mattiazzo, accusato di aver firmato attestati di corretta esecuzione dei lavori per cantieri, in realtà, mai partiti o appena abbozzati.

LE CONSEGUENZE

Così è iniziata la processione dei clienti del Consorzio convinti di essere stati truffati. Da quando la notizia dell’inchiesta della Finanza è diventata di dominio pubblico, la rabbia dei clienti truffati ha trovato sfogo anche sui social. «Mi sono collegato al sito dell’Agenzia delle Entrate, al cassetto fiscale, e mi hanno messo in cessione del credito parecchi soldini. Ma i lavori non sono mai cominciati!» scriveva Francesco G. Lamentele a cui il Consorzio aveva replicato di «aver gestito le agevolazioni Superbonus dei propri clienti in modo legittimo, fornendo le prove sulla correttezza dell’iter perseguito e l’avvio dei lavori in numerosi cantieri. La Società ha inoltre presentato all’Autorità Competente documentazione comprovante spese sostenute per oltre 35 milioni di euro per tutte le forniture, lavorazioni e attività tecniche relative agli stessi cantieri, risultando così impensabile qualunque ipotesi di presunta truffa». 

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Il Gazzettino