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PORDENONE - Nel giorno in cui Marco Cappato arriva in regione per lanciare ulteriormente la proposta di legge popolare regionale "Liberi Subito" si accende subito un caso. Già, perchè da circa un anno, c'è un residente in Friuli Venezia Giulia che ha chiesto di poter usufruire del suicidio medicalmente assistito. «Anche in Friuli Venezia Giulia - ha raccontato lo stesso Cappato - siamo in contatto con una persona malata che dall'anno scorso chiede al sistema sanitario di verificare le condizioni per accedere all'aiuto medico alla morte, nel rispetto di quanto stabilito dalla Corte costituzionale sulla mia azione di disobbedienza civile insieme a dj Fabo». Cappato ha raccontato questa vicenda in tutti i punti in cui ieri si è affiancato ai banchetti dove si stanno raccogliendo le firme per la legge popolare regionale.
LA RICHIESTA
Per ora il nome e anche la residenza restano coperta dall'anonimato, perchè ci sono ancora alcuni passaggi formali da portare avanti. «La richiesta di questa persona - ha specificato ancora Cappato - non ha trovato risposta positiva e dunque nei prossimi giorni decideremo come procedere sul piano giudiziario insieme a Filomena Gallo, che a brevissimo sarà in Friuli Venezia Giulia per eventuali sviluppi». Cappato, Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, ieri era Trieste, nel pomeriggio a Gorizia e Pordenone, e ieri sera a Udine. Come detto ha sostenuto la raccolta di firme in regione che comunque sta andando spedita. Sino ad ora ne sono state raccolte più di 3 mila, ma ne servono almeno 5 mila per poter presentare la legge popolare. «Siamo sicuri che raggiungeremo il risultato - ha spiegato Cappato - perchè questo è un argomento che le persone conoscono bene e sanno valutare, al di là di quello che dicono i capi partito».
LA LEGGE
Il percorso del suicidio medicalmente assistito è stato sancito dalla Corte costituzionale 4 anni fa.
ADESIONE
Ieri a Pordenone al banchetto c'era la responsabile della cellula Cappato della Provincia di Pordenone, Maria Dilda che è stata poi raggiunta da Raffaella Barbieri responsabile regionale della raccolta firme "Liberi Subito che ha introdotto Mario Cappato in tutti i territori regionali in cui è andato. «È fondamentale firmare ai nostri banchetti, in tutta la regione - ha detto Cappato - per avere la libertà di non dover subire condizioni di sofferenza insopportabili contro la nostra volontà: nessuno dovrebbe essere costretto a questa tortura». Tanta anche la gente che lo ha seguito in piazzetta Cavour. Rilanciato anche il testamento biologico, ottenuto pure questo dopo lunghe battaglie, ma ancora poco conosciuto e usufruito. In Italia lo ha fatto solo lo 0.4 per cento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino