TRIESTE - Nemmeno il tempo di inaugurarla che già monta la protesta per la scelta di omaggiare Gabriele D'Annunzio con una statua bronzea in piazza della Borsa, davanti...
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«Tutta l'Italia è piena di viali e scuole dedicate a D'Annunzio e tutte queste polemiche che ho sentito mi sembrano davvero incredibili - ha dichiarato il primo cittadino - D'Annunzio è stato un grande italiano come ce ne sono stati tanti altri e dobbiamo essere orgogliosi di lui». Immediata è arrivata la reazione dei vicini di casa croati: con una nota di protesta consegnata all'ambasciatore d'Italia a Zagabria, la Croazia ha «condannato nel modo più deciso» l'inaugurazione della statua «proprio nella giornata che marca il centenario dell'occupazione» di Fiume. È un atto che «contribuisce a turbare i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due Paesi».
Inoltre, secondo il ministero degli Esteri croato, le commemorazioni dell'impresa fiumana iniziata il 12 settembre del 1919 e la statua del poeta a Trieste «sono anche un omaggio a un'ideologia e a un comportamento profondamente in contrasto con i valori europei». In Croazia prevale l'interpretazione che l'Impresa di Fiume fu un'occupazione illegale della città, il preludio e «una prova generale per l'avvento del fascismo» che ebbe un forte nota antislava. Stasera a Fiume sarà inaugurata una mostra intitolata «L'Olocausto di D'Annunzio», che in tono critico ripercorre la storia dei sedici mesi di occupazione dei «legionari» dannunziani della città adriatica. A farsi sentire è anche la presidente della Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic che ha fermamente condannato «l'inaugurazione della scandalosa statua della discordia». Per la presidente croata i rapporti tra Italia e Croazia «si fondano oggi su valori che sono in totale contrasto con tutto quello che ha fatto colui al quale è stata dedicata la scandalosa statua della discordia». Con il monumento a D'Annunzio, ha scritto Kitarovic su Twitter, si «vuole celebrare l'irredentismo e l'occupazione» di Fiume che «fu e resterà una parte fiera della sua Patria croata». Una bandiera del Regno d'Italia è stata esposta la notte scorsa a Fiume, davanti al Palazzo del Governatorato, in occasione del centenario dell'Impresa di Fiume guidata da Gabriele D'Annunzio. La stampa croata scrive che la bandiera, alcuni volantini e una dichiarazione sui social sono opera di un gruppo di «neofascisti italiani».
La foto della bandiera è stata diffusa sulle reti sociali da un gruppo denominato «Gli Idraulici» con la spiegazione che «nel centenario dell'impresa di Fiume abbiamo voluto dimostrare che ora come allora alcuni italiani non si arrendono» e che «esistono ancora italiani che non sono disposti ad accettare di essere rappresentati da un governo fantoccio che non difende gli interessi nazionali». La polizia di Fiume ha confermato di aver reagito a seguito di una segnalazione e di aver rimosso stamane la bandiera, esposta sul recinto del Palazzo del Governatorato che lo stesso D'Annunzio usò come sede della sua amministrazione di Fiume iniziata esattamente cent'anni fa. Accanto alla bandiera sono stati rinvenuti «alcuni volantini di carattere propagandistico e provocatorio». Inoltre, la polizia di Fiume ha fatto sapere che stamane sono stati posti in stato di fermo due cittadini italiani, di 19 a e 20 anni, sorpresi davanti al Palazzo con un'altra bandiera del Regno d'Italia di dimensioni minori. I due sono stati multati per «turbamento della quiete pubblica».
REAZIONI - «L'inaugurazione a Trieste della statua è un'iniziativa estremamente importante perché rende onore alla memoria di un grande italiano che ha segnato la storia nazionale. Il nostro ringraziamento va al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e a tutta la giunta, ai quali va riconosciuto il merito di aver portato avanti con coraggio e determinazione questa scelta» afferma la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino