«Stanze in quota? No allo scempio»: le associazioni contro l'invasione delle montagne

Le osservazioni di Club alpino italiano, Wwf e Mountain wilderness inviate prima della discussione in consiglio regionale del progetto di legge

Stanze in quota, c'è un progetto di legge della Regione Veneto
CORTINA - Va contrastato il progetto di legge regionale, sullo sviluppo e sostenibilità del turismo nel Veneto, che intende consentire la posa di stanze panoramiche in...

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CORTINA - Va contrastato il progetto di legge regionale, sullo sviluppo e sostenibilità del turismo nel Veneto, che intende consentire la posa di stanze panoramiche in montagna, al di sopra di 1.600 metri di altitudine. Lo sostengono le sezioni venete di Italia nostra, Club alpino italiano, Wwf e Mountain wilderness, nelle osservazioni inviate, prima della discussione in consiglio regionale del progetto di legge.

L'IDEA
La proposta è stata sinora approvata dalla giunta regionale e dalla II Commissione ambiente e infrastrutture, lo scorso 23 febbraio, con un solo voto contrario. Dovrà poi passare in IV Commissione cultura e turismo. Il presidente regionale Luca Zaia sostiene: «Con questa proposta insistiamo nel favorire l'innovazione dell'offerta turistica in forma ecosostenibile e comunque di basso impatto, così da permetterle di intercettare la crescente domanda di turismo emozionale, di quel turismo, che si va sempre più affermando in tutto il mondo e che risponde all'esigenza di vivere emozioni intense e durature, in un più genuino rapporto con la natura». L'assessore al turismo Federico Caner segnala l'introduzione di un'altra tipologia di struttura ricettiva in ambienti naturali: le stanze panoramiche di vetro, collocate stabilmente sul suolo, con una elevata superficie finestrata. Le associazioni, nelle loro osservazioni, fanno riferimenti alle altre norme, nazionali e regionali, con cui si andrebbe in contrasto. Ricordano le tutele ambientali di rete Natura 2000, aree Sic e di protezione speciale, del Dominio Dolomiti Unesco, di usi civici e regolieri. Tutti vincoli che richiedono autorizzazioni paesaggistiche e valutazioni di incidenza ambientale specifiche e obbligatorie, di cui non si fa menzione nel progetto di legge.

LA CRITICA


«In un ambiente particolarmente delicato, caratterizzato da un paesaggio naturale formatosi in migliaia di anni, il legislatore regionale vorrebbe consentire costruzioni avulse da questo contesto, per permettere ad un turismo elitario di "vivere emozioni intense e durature in un più genuino rapporto con la natura". Per soddisfare le richieste di pochi, si lasciano realizzare le stanze panoramiche sopra i 1600 metri di altezza, fuori quindi dai centri abitati. Il progetto prova come chi amministra la cosa pubblica non riesca ancora a rapportarsi con le più elementari norme di rispetto e conservazione dell'ambiente e ancor più con le regole che impone la natura». La preoccupazione dei ricorrenti è concreta. Ci si chiede come potranno essere dotate di acqua corrente ed energia elettrica; come dovrebbero essere realizzati gli scarichi dei servizi igienici, quale inquinamento luminoso genererebbero, con quali impatti sulla fauna. «Non sono indicati vincoli di cubatura. Sembra piuttosto una delega in bianco per nuovi modelli di strutture alberghiere in alta quota, in ambienti naturali e paesaggistici di notevole bellezza». Infine la proposta: «Per il turista che vuole vivere esperienze di contato diretto con la realtà montana e l'ambiente che la caratterizza, appare più opportuno promuovere il recupero delle strutture esistenti, alpeggi e bivacchi, nella loro naturalità e semplicità, ben inserita nel paesaggio delle nostre montagne».
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Il Gazzettino