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ROVIGO - Incompetenza territoriale del Tribunale di Bari e «fumosità» delle accuse: sono le due eccezioni preliminari sollevate dai difensori di Francesco Bellomo nella prima udienza del processo nel quale l'ex giudice del Consiglio di Stato risponde di stalking e violenza privata. I fatti contestati dalla Procura di Bari sarebbero stati commessi nei confronti di quattro borsiste che frequentavano la sua scuola di formazione per la preparazione al concorso in magistratura 'Diritto e Scienza', alle quali Bellomo avrebbe imposto dress code, prove di addestramento arrivando a controllarne i profili facebook.
Nel processo è imputato per concorso negli stessi reati l'ex pm di Rovigo Davide Nalin.
Per gli avvocati, quindi, la competenza territoriale è di questi due Fori, e non di Bari. I legali hanno poi sollevato una questione sulla nullità del decreto che dispone il giudizio «perché dalla imputazione non si comprende in cosa si sarebbero concretizzati questi eventi di danno, ansia, paura, cambiamento delle proprie abitudini. Nell'imputazione non c'è nulla del genere ed è invece un diritto dell'imputati saperlo per potersi difendere compiutamente».
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