Sottomarina, Fasolin ucciso da una palma, indagato il giardiniere che era con lui: l'accusa è di omicidio colposo

Tragedia allo Stella Maris, il professionista che era con la vittima iscritto nel registro. Sequestrati trattore, corda e sigilli alla palma

SOTTOMARINA (CHIOGGIA) - Omicidio colposo è l'accusa contestata dal sostituto procuratore Giorgio Gava al professionista che domenica mattina era con Gianluca Fasolin...

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SOTTOMARINA (CHIOGGIA) - Omicidio colposo è l'accusa contestata dal sostituto procuratore Giorgio Gava al professionista che domenica mattina era con Gianluca Fasolin al suo stabilimento Stella Maris. L'uomo, titolare di una ditta di giardinaggio e iscritto nel registro degli indagati per la morte dell'imprenditore, era allo stabilimento assieme al titolare dell'impianto balneare e a un dipendente dello Stella Maris, che però non è finito sotto inchiesta proprio per il suo ruolo di dipendente. L'apertura del fascicolo e l'accusa mossa al professionista, insieme al sequestro del trattore e della corda con cui si stava cercando di raddrizzare la palma, oltre alla messa sotto sigilli della palma stessa, sono gli atti messi insieme in queste ore dalla magistratura. Il resto, soprattutto la ricostruzione della dinamica, arriverà nelle prossime ore.


Imprenditore morto allo Stella Maris: cosa è successo?


A palazzo di giustizia, infatti, il pm sta aspettando la relazione dei carabinieri della Compagnia di Chioggia e dello Spisal per attribuire le responsabilità su chi aveva incordato - e come - la palma, sulle manovre fatte, e per valutare il rispetto della normativa sulla sicurezza sul luogo del lavoro. Al momento, a meno che non emergano altre novità, sembra del tutto esclusa l'esecuzione di un'autopsia sulla salma di Gianluca Fasolin.

Lutto a Sottomarina e Chioggia per la scomparsa di Fasolin

Intanto in città non si placa l'emozione per la scomparsa dell'imprenditore 52enne, al quale vengono unanimemente riconosciute qualità umane e professionali di altissimo livello. Anzitutto la capacità e la volontà di essere sempre presente nella gestione delle sue imprese. Delegava lo stretto indispensabile e, per il resto, prendeva in mano personalmente ogni situazione per risolverla il più rapidamente possibile. Anche quella palma pericolante avrebbe potuto, probabilmente, aspettare un giorno per essere sistemata, magari con il concorso di più persone e con maggiore sicurezza. Invece Gianluca ha voluto intervenire subito, anche perché aveva in animo una inaugurazione importante per il suo nuovo stabilimento balneare, costruito sulle ceneri, si potrebbe dire, del rinomato parco acquatico Idrofollie.

Lo stabilimento Stella Maris: il progetto di Fasolin

La stagione, anche per la Stella Maris, era sul punto di partire e Gianluca non voleva deludere le molte persone che avevano già prenotato cabine e capanne per l'estate, attirate un po' dalle novità ma soprattutto dalla sua fama di imprenditore che voleva sempre il meglio per le cose, dalle abitazioni, ai lampadari artistici, alla struttura balneare, che realizzava. Rendere perfetto questo stabilimento balneare, per Gianluca, era anche un omaggio alla città, come aveva confidato a diversi amici, un modo per rendere evidente che Chioggia non ha nulla da invidiare ad altre realtà balneari. E dopo l'aspetto imprenditoriale, quello campanilistico, c'era un terzo, e non ultimo, modo in cui lui guardava alla sua opera: quello relativo alla famiglia. Nel nome dello stabilimento riecheggiano i nomi della suocera e della moglie ed esso doveva essere il campo in cui si sarebero cimentati i figli, Edoardo e Gianmarco che, oggi stanno per affacciarsi al mondo del lavoro e dell'imprenditoria. Toccherà a loro e alla madre, Marilisa, prendere in mano, anzitempo, una complessa struttura societaria e di attività alla quale Gianluca, aveva, probabilmente, in animo di avviarli, col tempo, in modo che potessero farsi le ossa e imparare da lui il senso di responsabilità per la creature economiche con cui si ha che fare. Anche perché, al di là delle sigle e dei nomi, si tratta di posti di lavoro, per molte persone, di sudore e fatica che anche chi comanda deve eticamente mettere in campo, in prima persona, come faceva Gianluca, fino al costo estremo della sua vita.

 

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Il Gazzettino