Istria. Controlli serrati alle frontiere, troppi disagi e code: sospesi

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TRIESTE - Le autorità croate hanno sospeso temporaneamente i controlli minuziosi alle frontiere interne sui confini con la Repubblica di Slovenia e con l'Ungheria. Lo...

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TRIESTE - Le autorità croate hanno sospeso temporaneamente i controlli minuziosi alle frontiere interne sui confini con la Repubblica di Slovenia e con l'Ungheria. Lo rende noto questa mattina il governo croato con un post sul proprio profilo Facebook. Si tratta dei valichi di frontiera con i paesi dell'Unione europea.


GIORNI DA INCUBO
Venerdì 7 aprile era stato nero per gli automobilisti in entrata e uscita ai confini tra la Slovenia e la Croazia: si erano sono formate lunghe code con attese che protratte fino a tre ore. Effetto della direttiva europea che impone alla polizia di frontiera di controllare elettronicamente, nell'ambito della lotta al terrorismo, tutti i documenti di chi entra ed esce: ai confini sloveno-croati a creare particolari disagi sono state soprattutto le carte d'identità italiane nel vecchio formato cartaceo che non possono essere lette con lo scanner e dovendo digitare i dati a mano per inserirli nel computer, questo allunga ulteriormente i tempi mentre negli altri Paesi sono in uso soltanto quelle elettroniche. Ai cittadini del Nord-Est, e in particolare ai triestini che arrivano in Croazia in meno di un'ora, sembrava fosse tornata l'era della cortina di ferro, con la Jugoslavia dai transiti confinari contrassegnati da lunghissime attese e minuziosi controlli.

COSA IMPONE LA NORMATIVA EUROPEA

Le norme impongono che i documenti elettronici siano scannerizzati, operazione da venti secondi per ciascun documento. Ma per Carta d'Identità, o equivalente, cartacea, i dati vanno digitati. In entrambi i casi bisogna attendere la risposta da tre banche dati: Repubblica slovena, Area Schengen e Interpol. Se si moltiplica il tempo per ciascun passeggero che viaggia in una auto e l'altissimo numero di vetture e mezzi pesanti, si capisce qual è l'entità del problema. E per il momento non si prevede un potenziamento del personale né delle strutture. D'altronde, la linea confinaria della Croazia coincide con quella dell'Europa di Schengen, dunque per chiunque giunga da Albania, Bosnia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia, questo è la frontiera vera. Nemmeno nei momenti di più forte crisi migratoria la situazione era così grave.
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Il Gazzettino