CORTINA D’AMPEZZO - Agenti sul territorio, che possano far rispettare norme precise: è di questo che c’è bisogno, a Cortina, per affrontare il problema...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
FORZE DELL’ORDINE
Si stanno valutando da tempo i provvedimenti da assumere, nel corso dell’estate, con la prospettiva di avere quest’anno un importante aiuto da parte delle forze dell’ordine, con agenti di polizia del locale commissariato da impiegare nella tutela ambientale, grazie ad un accordo che sarà sottoscritto fra breve. I controllori dovranno però avere a disposizione strumenti efficaci, come apposite ordinanze, sinora mai emesse. Non c’è nulla, ad esempio, che vieti la balneazione nelle acque dei laghetti montani. Manca pure un dispositivo che regolamenti la sosta dei veicoli al passo Tre Croci, nelle diverse aree: una soluzione potrebbe venire dall’obbligo di lasciare le auto nei vasti piazzali di Rio Gere, a breve distanza dal valico, utilizzati l’inverno dagli sciatori del Faloria e del Cristallo.
PARCHEGGI
Un’altra area di sosta è stata realizzata in località Sote ra Fraines, con il materiale estratto dall’alveo del torrente Bigontina, durante le esondazioni della scorsa estate: anche su quello spiazzo potranno parcheggiare diverse auto. Di questo ha parlato Flavio Lancedelli, presidente delle Regole e del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, con il sindaco Gianpietro Ghedina, ma sino ad ora senza giungere all’adozione di misure decisive. Ci si appresta dunque a vivere con preoccupazione il caotico afflusso di turisti sulle rive di quello specchio dal colore che pare innaturale. L’anno scorso, ad agosto, furono fotografate sino a ottocento persone accalcate attorno al lago, trasformato in una sorta di spiaggia adriatica.
IMPATTO ANTROPICO
In collaborazione con il Muse di Trento si intende eseguire una analisi accurata delle conseguenze dell’eccessivo impatto dell’uomo sulla qualità delle acque, che potrebbe danneggiare quel patrimonio naturale; con quei dati in mano sarebbe più agevole disporre ulteriori provvedimenti di tutela dai turisti, che salgono sino lassù senza l’equipaggiamento adatto alla montagna, ma con i materassini gonfiabili, per fare il bagno e poi abbandonarli fra le piante di pino mugo, per non riportarli a valle. Alla fine della scorsa estate ne hanno recuperati diciotto, assieme a moltissimi altri rifiuti di ogni genere, raccolti in gran parte da Emilio Pais Bianco con la moglie Sabrina, i figli Jessica e Daniele, i loro collaboratori, che ogni giorno trovano immondizie abbandonate fra le rocce, per poi portarle a valle con l’elicottero, che lì non c’è strada, né teleferica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino