MESTRE - Sempre gli stessi. Il sospetto che quelle rapine avvenute a una settimana di distanza potessero essere collegate c'era fin dall'inizio. Il confronto tra i due...
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«Sono entrati in tabaccheria intorno alle 19 - racconta Pianca - uno mascherato con passamontagna, un altro col volto nascosto da sciarpa e cappello. Il primo alto e magro, il secondo basso e tarchiato. Parlavano con accento meridionale e volevano l'incasso». E non solo. Oltre ai contanti (circa duemila euro) i malviventi sono riusciti a farsi consegnare anche i Gratta e Vinci.
«Li avevo appena ricaricati e se li sono portati via tutti. Con quelli il bottino è salito a quasi 5mila euro». La fase più delicata, però, è arrivata subito dopo, quando i banditi hanno insistito per chiudere in bagno il tabaccaio, come avevano fatto la settimana prima, la sera del 28 aprile, a Carpenedo con Benatti. «Mi hanno strattonato, spinto - spiega ianca - ma ho cercato di trattare, ho detto loro che non volevo farlo, stando attento però a non agitare gli animi. Alla fine, dopo due o tre minuti, hanno desistito e sono fuggiti».
Il tabaccaio, poi, è uscito ed è riuscito a individuare l'auto utilizzata dai rapinatori, una Suzuki rossa, con targa polacca, ritrovata ieri dagli agenti della squadra mobile. Pare che si tratti di una vettura rubata nei giorni scorsi. Ora quella macchina rossa verrà passata al setaccio dalla scientifica alla ricerca di dettagli di qualunque tipo, dalle impronte alle tracce di Dna, che possano portare elementi utili alle indagini.
La polizia, nel frattempo, ha acquisito filmati del sistema di videosorveglianza che verranno confrontati, appunto, con quelli del colpo in piazza a Carpenedo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino