CHIUSAFORTE / TRIESTE - E' iniziata verso le 19 di domenica 5 agosto, e si è subito fermata, la lenta risalita dei soccorritori insieme allo speleologo...
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I disostruttori erano riusciti ad entrare per un secondo ingresso naturale, situato cento metri più in basso rispetto a quello utilizzato dal ferito e dai suoi due compagni, liberato ieri dal ghiaccio dai tecnici del Soccorso Alpino e speleologico. Allo scavo nel ghiaccio, in corrispondenza del secondo ingresso della grotta sotto la Cima del Canin, hanno contribuito gli stessi tecnici del Cnsas di Cave del Predil, operativi da ieri anche nelle operazioni del soccorso speleologico. A supporto anche i tecnici del Sagf. Questa operazione ha consentito di velocizzare le operazioni e di evitare al team di soccorso alcuni passaggi stretti (trenta metri di strettoia e un pozzo di ghiaccio di circa 130 metri) e difficili qualora si fosse scelto l'ingresso più alto. Ora la squadra dovrà tornare giù, per allargare ulteriormente il condotto con cariche esplosive.
Al momento dell'incidente Stefano Guarniero si trovava insieme a ad alcuni amici.
L'INCIDENTE Cade in grotta: speleologo ferito e prigioniero a 200 metri di profondità
Il Gazzettino