Sicurezza in laguna: «Gps obbligatorio per tutte le imbarcazioni»

Sicurezza in laguna: «Gps obbligatorio per tutte le imbarcazioni»
VENEZIA - Nella relazione consegnata al sostituto procuratore Roberto Terzo, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla sicurezza della navigazione in canal Grande, il...

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VENEZIA - Nella relazione consegnata al sostituto procuratore Roberto Terzo, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla sicurezza della navigazione in canal Grande, il comandante Antonio Morisieri aveva già detto che con il Gps installato a bordo delle imbarcazioni da lavoro si sarebbe risolta gran parte dei problemi. Ora, a distanza di qualche anno, il perito nautico che ha contribuito a risolvere il mistero di molti incidenti, ne è ancora più convinto.

«Ormai - dice - non si può più ragionare solo sulla sicurezza in canal Grande. L'incidente mortale del 2013 è stato una fatalità, ma i morti ci sono soprattutto in laguna, dove la velocità è ormai una costante. Secondo me, il tracker Gps dovrebbe essere obbligatorio per tutte le imbarcazioni a motore capaci di superare il limite massimo di  velocità fissato in laguna, 20 chilometri orari, da certificare in sede di assegnazione o revisione di targa Lv oppure delle licenze e autorizzazioni pubbliche».
La ragione è semplice, il controllo della velocità da una centrale operativa e la tracciabilità delle rotte in caso di incidente sono un deterrente formidabile nei confronti di chi ha la manetta facile. E questo vale soprattutto per i cofani con il 40/70 portati anche da minorenni che non sempre hanno il necessario rispetto per l'ambiente in cui si trovano e per gli altri. Questo, senza contare che dalle tracce Gps l'inchiesta sull'incidente di quasi tre settimane sarebbe stata molto facilitata dalle tracce Gps, che avrebbero segnalato la posizione dei pescatori, la rotta e soprattutto la velocità del barchino che li ha travolti. 
SGAMBETTI ISTITUZIONALIInvece no. Dopo la previsione dell'obbligo di Gps tracker nei 26 punti dell'amministrazione Orsoni e poi dal commissario (oggi prefetto di Venezia), Vittorio Zappalorto, i dispositivi sarebbero stati obbligatori entro il 2014 su tutte le barche da lavoro e dal 2015 per tutte le altre. Invece, la Provincia come ultima delibera prima della sua morte istituzionale, eliminò il Gps dal Regolamento per la navigazione interna dalla laguna, strumento previsto da anni e mai attuato. Subito dopo arrivò il ricorso al Tar di alcuni consorzi taxi, i quali temevano per la propria privacy fiscale. Nel marzo 2015 l'obbligo di Gps fu inserito nel Testo unico per la navigazione acquea, emanato il 22 aprile 2015 dal commissario. Eccolo: le Unità autorizzate al transito nella zona a traffico limitato comprendente tutti i rii e i canali a traffico esclusivamente urbano, di competenza del Comune di Venezia, siti all'interno del centro storico di Venezia e delle isole di Giudecca, Lido, Murano e Burano, dovranno essere dotati di un sistema di Gps visibile dal sistema Argos, installato e attivato secondo le specifiche tecniche che saranno indicate con idonea Ordinanza del Direttore della Direzione Mobilità e Trasporti.

Inutile aggiungere che, a questa disposizione non è stato mai dato seguito dall'amministrazione Brugnaro. Ora, se non si vogliono altri morti in laguna, si tratta di rendere obbligatorio il Gps tracker per tutte le barche a motore in laguna. Non solo a taxi e mototopi. A proposito, da anni tutti i mezzi di Actv e Alilaguna sono regolarmente tracciati e nessuno è morto per questo.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino