Dragaggi senza autorizzazione: sotto sequestro il bacino portuale

Dragaggi senza autorizzazione: sotto sequestro il bacino portuale
MONFALCONE e PORDENONE - Al termine di una articolata attività di indagine delegata dalla Procura e finalizzata alla verifica dei lavori di dragaggio svolti nell’area...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MONFALCONE e PORDENONE - Al termine di una articolata attività di indagine delegata dalla Procura e finalizzata alla verifica dei lavori di dragaggio svolti nell’area portuale di Monfalcone, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Udine hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Gorizia dell’intera area dei fondali interessata dai dragaggi del bacino portuale, stimata in circa 300.000 metri quadrati; è stato comunque preservato l’utilizzo dello specchio acqueo per i normali traffici portuali.


Il Gip ha disposto anche il sequestro preventivo di tre motonavi allestite con gru, cioè di motopontoni, del valore complessivo di circa 4,5 milioni di euro; gli uomini del capitano Fabio Di Rezze hanno denunciato a piede libero 4 persone, di cui 2 interne alla società aggiudicataria dei lavori di manutenzione dei fondali del porto, società che ha sede in provincia di Pordenone, e 2 con mansioni direttive rispettivamente dell’Azienda Speciale Porto e della Regione Friuli Venezia Giulia.

I militari dell'Arma del Noe hanno accertato che le persone denunciate, in concorso tra loro e ognuno per il ruolo rivestito, svolgevano un’attività di dragaggio fanghi - per una volumetria di circa 110.000 metri cubi -, senza autorizzazione, mascherandola come manutenzione dei fondali, attività, questa ultima, che non necessita di autorizzazione.

I sedimenti non potevano essere refluiti nuovamente in mare come invece veniva fatto, ma dovevano essere collocati in un ambiente conterminato, cioè in una cassa di colmata. L'operazione del Noe è stata svolta nell’ambito di una mirata serie di controlli di carattere ambientale coordinati dalla Procura della Repubblica di Gorizia e dal Comando Gruppo per la tutela ambientale di Milano.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino