«Sporchi negri, andate a casa vostra»: bimba di 10 anni si mette a piangere al supermercato. A processo una 77enne

Insulti razzisti al Prix di Sedico
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SEDICO (BELLUNO) - «Si è girata e ha detto: Sporchi negri, andate a casa vostra. Mia figlia di 10 anni è scoppiata a piangere. Io mi sono offeso e ho chiamato i carabinieri». Sono le parole di un 40enne di origini camerunensi, residente in Italia da oltre 20 anni, riguardo all'episodio che sarebbe accaduto due anni fa davanti al supermercato Prix di Sedico. Imputata per calunnia, aggravata dall'odio razziale, c'è la 77enne di origini tedesche Regine Kuhn. Sarebbe stata la donna, sua vicina di casa, a denunciarlo per lesioni ma il pubblico ministero non l'ha ritenuta credibile e ha avviato un procedimento penale nei suoi confronti. Imputata (avvocato Federico Bressan) e persona offesa (avvocato Mario Mazzoccoli) abitano nello stesso condominio da anni. I problemi sarebbero nati a causa di alcuni rumori, provenienti dall'appartamento dei camerunensi, che non permettevano alla donna di addormentarsi. Così, quando il 20 maggio del 2020, si erano trovati casualmente fuori dal supermercato di Sedico lei si era sfogata lamentando appunto di non riuscire a prendere sonno la notte. A questo punto la storia si divide in due versioni differenti.

Io sono qui da 20 anni, lavoro, mi sento italiano. Ricordo che mia figlia piangeva e ho chiamato le forze dell'ordine

«Quando sono uscito dal supermercato ha raccontato il 40enne ho sentito la voce della mia vicina. Si lamentava che a casa facevamo troppo rumore. Le ho spiegato che non poteva dirmi quelle cose davanti al supermercato e che poteva rivolgersi all'amministratore di condominio». Era nato un piccolo diverbio alla fine del quale sarebbe stata pronunciata la frase razzista: «Io sono qui da 20 anni, lavoro, mi sento italiano. Ricordo che mia figlia piangeva e ho chiamato le forze dell'ordine». Il carabiniere ascoltato in aula ieri mattina, e intervenuto quel giorno, ha raccontato che la lite era ancora in corso. La donna diceva di esser stata aggredita e di avere male al braccio ma non voleva che venisse chiamata l'ambulanza. Quando il pubblico ministero si era trovato davanti la denuncia per lesioni (depositata dalla donna nei confronti del camerunense), non aveva trovato riscontro da nessuna parte. Kuhn diceva di esser stata bloccata fuori dal supermercato e spinta contro un muretto (con prognosi di 5 giorni per escoriazioni sul braccio). Da qui la denuncia per calunnia, aggravata dall'odio razziale. La 77enne ha sempre negato di aver rivolto quelle parole al suo vicino di casa. Nel frattempo però, in accordo con l'avvocato, ha inviato all'uomo una lettera di scuse e una piccola somma di denaro («non risarcitoria ma compensativa ha spiegato il legale a prescindere dalla colpevolezza o meno della donna»). Il processo è stato rinviato al 6 luglio per gli ultimi testimoni in lista.

 

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Il Gazzettino