Ribasso eccessivo, impresa in odor di mafia: salta l'appalto delle scuole

APPETITI I lavori nelle scuole appaltati dagli enti pubblici fanno gola alle imprese. Nella foto l’istituto Zuccante di Mestre. Sotto la cittadella scolastica di Murano
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MESTRE Che ci fosse qualcosa di anomalo, lo avevano già ipotizzato quando hanno aperto le buste con le offerte delle ditte. Un ribasso importante (quasi del 23%), ma soprattutto la provenienza dell’impresa: Alcamo, in provincia di Trapani. Ma di trovarsi di fronte ad una società per la quale era stato assunto un provvedimento per “pericolo di condizionamento e infiltrazioni da parte della criminalità organizzata” quello no, proprio non se lo aspettavano. E così l’aggiudicazione dell’appalto per la manutenzione delle scuole superiori di Mestre è stato subito revocato dalla Città metropolitana.

 
L’APPALTO
Per la manutenzione straordinaria delle scuole superiori, l’ex Provincia aveva “spacchettato” in quattro lotti gli interventi previsti per i prossimi due anni. Per la zona di Mestre l’appalto da aggiudicare era di quasi 700mila euro suddivisi nel biennio. Poca cosa, ma sufficiente per farsi avanti e, magari, ottenere in futuro qualche altro lavoretto in un territorio dove le opere pubbliche sono riprese a pieno regime. E così la siciliana Pampalone Srl - ditta con meno di 19 dipendenti che nel 2017 era presente nella piattaforma Consip per la fornitura di beni e servizi alla pubblica amministrazione - presenta la sua offerta proponendo un ribasso del 22,8 per cento. Quanto basta per affermarsi sulle altre ditte in gara e, il 25 settembre scorso, la Città metropolitana procede con l’aggiudicazione definitiva dei lavori negli istituti superiori di Mestre all’impresa di Alcamo. Oltre all’offerta economica vantaggiosa, ci sarebbe stato anche quando avrebbe autodichiarato la ditta sulla documentazione antimafia, e cioé che nel giugno scorso era “stata inoltrata alla Banca Dati Nazionale Antimafia la richiesta di comunicazione e a tutt’oggi non è pervenuto alcun riscontro”.
LA SCOPERTA
La legge prevede che le stazioni appaltanti (in questo caso la Città metropolitana) possono emanare i provvedimenti di aggiudicazione degli appalti anche in assenza della comunicazione antimafia, dopo aver acquisito le dichiarazioni sostitutive attestanti l’assenza di misure di prevenzione antimafia. Quindi l’ex Provincia si è comportata in modo perfettamente regolare, ma 20 giorni fa è arrivato l’alert che ha fatto saltare tutto: “la Prefettura di Trapani ha riscontrato con nota del 19 ottobre 2018 e acquisita al protocollo della Città metropolitana di Venezia il 26 ottobre, la richiesta di comunicazione antimafia attraverso la Banca dati nazionale, comunicando che “è stato adottato nei confronti dell’operatore economico Pampalone Srl un provvedimento di contenuto interdittivo, essendo emerse circostanze che fanno ritenere la sussistenza del pericolo di condizionamento e infiltrazioni da parte della criminalità organizzata nell’impresa”. Odor di mafia, insomma, tanto che un analogo provvedimento è stato adottato in questi stessi giorni anche dal piccolo Comune di Misilmeri, in provincia di Palermo, dove sempre la Pampalone Srl si era aggiudicata un appalto per la manutenzione degli immobili pubblici.
LE CONTROMISURE

In Città metropolitana davvero non se l’aspettavano. «È la prima volta che ci troviamo di fronte ad un caso simile - dicono dagli uffici dell’Edilizia scolastica e patrimoniale -, ma era davvero strano che un’impresa arrivasse dalla Sicilia per qualche lavoro di manutenzione». Già, ma passo dopo passo, forse, si sarebbero potuti allargare. E la manutenzione delle scuole? «L’appalto resta in piedi - dicono i tecnici -. Visto che questa non aveva i requisiti, si procederà con la seconda in graduatoria. Al massimo perderemo un mese per rifare le carte, ma la manutenzione delle scuole superiori di Mestre sarà garantita». Senza l’ombra della piovra.
Fulvio Fenzo
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Il Gazzettino