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UDINE - Ritorno in classe in presenza fra controlli e proteste ieri per gli studenti delle superiori friulane. Se la Regione dice “buona la prima”, come fa anche il Comune di Udine, alla luce delle verifiche certosine anti-assembramenti, con agenti della Polizia locale e volontari di Protezione civile e altre associazioni sguinzagliati nei punti più a rischio, non sono mancati mugugni e rimostranze (soprattutto sugli odiati doppi turni e su bus e corriere) da parte di famiglie e ragazzi. E c’è chi ha dovuto rifare l’orario da capo a piedi.
LE SCUOLE
È il caso dello Stringher, che ieri ha riportato in classe circa 600 dei suoi 1.200 studenti. «È un disastro», diceva nel primo pomeriggio una trafelata preside Monica Napoli. «Dovremo modificare tutti gli orari. Per non finire i laboratori troppo tardi, avevamo messo la fine delle lezioni alle 14.35, ma è arrivata la segnalazione all’ufficio scolastico provinciale e pare che il nostro orario non osservi il piano prefettizio, che è stato pensato per evitare che gli studenti restino troppo tempo in giro. Allora, giustamente, la dirigente Tramontano mi dice: “Se lei li fa uscire alle 14.35 ma hanno la corriera alle 15.20, restano in giro troppo”. Per questo dovremo modificare la scansione oraria, per finire alle 14.50 in modo da permettere a chi prende la corriera di raggiungere a piedi il terminal. Faremo ore intere, togliamo solo 5 minuti alla penultima e all’ultima ora».
Allo Stringher sono arrivate lettere di protesta «dei ragazzi di una quarta del Turistico e di sei genitori del Commerciale. Le famiglie mi scrivono - dice la preside - che i loro figli che arrivano a Udine in treno alle 8.54 devono attendere 50 minuti in stazione la linea B. Noi iniziamo alle 9.50, vorrà dire che inizieranno alle 10». Problemi di trasporti legati al doppio turno anche per i ragazzi di una quarta del Turistico: «I nove alunni hanno problemi con le corriere dal Cividalese, da Villanova di San Daniele e dalla Bassa. Verificheremo»
Se la preside Napoli non ha visto tante assenze causa bus, Laura Decio (Marinoni), ha rilevato «un numero di assenti doppio nel secondo turno rispetto al primo. Erano assenti 22 ragazzi su 187, l’11%, contro i 10 su 184, 5%, del primo turno. Potrebbe essere legato ai bus come anche no. Ho ricevuto diverse telefonate dai genitori per il problema dei trasporti: stamattina almeno una decina, per segnalare che i figli sarebbero stati assenti. Monitoreremo nei prossimi giorni e poi scriveremo ad Arriva Udine. Nel frattempo ho rimandato il questionario alle famiglie sul problema dei trasporti». Pure Marina Bosari (Copernico) ha ricevuto «almeno 4-5 mail fra domenica sera e stamattina (ieri ndr) in cui i genitori lamentano problemi di trasporti, da Percoto alla linea di Palmanova a Nimis. Verificheremo e poi manderemo una lettera all’azienda». Al liceo di via Planis ieri i doppi turni sono stati quadrupli per accogliere quasi 700 ragazzi. Causa carenza di aule, infatti, «già prima facevamo un turno pomeridiano. Eravamo scaglionati da prima. Così abbiamo quattro ingressi: oltre ai due delle 8 e delle 19, altri due verso le 12 e verso le 13.30. È andato tutto liscio. I ragazzi sono entrati regolarmente. Chiederemo che i controlli antiassembramenti si concentrino in via Planis piuttosto che in via Renati». Al Marinelli, invece, Stefano Stefanel non è «ossessionato dalla presenza a tutti i costi: se i ragazzi non sono in condizione perfetta o hanno problemi di trasporti, possono seguire da casa».
Problemi con le corriere e il secondo turno, con orari non proprio a puntino, anche per gli studenti di Tarvisio e Chiusaforte che frequentano le scuole a Tolmezzo, come segnalato da una rappresentante di prima dell’Isis Paschini Linussio. Risolti invece i grattacapi dei ragazzi carnici che frequentano il Magrini Marchetti di Gemona, come rileva il preside Marco Tommasi: «Arriva Udine ha fatto le modifiche chieste, anticipando l’arrivo delle corse che dalle Valli della Carnia arrivano a Tolmezzo. Per il ritorno c’è ancora qualche problema ma mi hanno promesso modifiche». Da segnalare anche le proteste, con striscioni assertivi, del Blocco studentesco, con lo slogan “Una scuola così a cosa serve?”.
PREACCOGLIENZA
Tutto bene allo Stellini, dove, come spiega il preside Luca Gervasutti, «i ragazzi sono stati contenti di riappropriarsi dei propri spazi.
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Il Gazzettino