Sara gioca tra i maschietti... e segna subito un gol

Sara Dal Mut, tra gli accosciati, è la seconda da destra
Lei probabilmente non ha alcuna idea di chi sia Marta Vieira da Silva. Che sia la giocatrice di calcio più forte in assoluto, la Cristiano Ronaldo, o meglio la Luka Modric...

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Lei probabilmente non ha alcuna idea di chi sia Marta Vieira da Silva. Che sia la giocatrice di calcio più forte in assoluto, la Cristiano Ronaldo, o meglio la Luka Modric al femminile, appena eletta dalla Fifa come miglior calciatrice del 2018, probabilmente non le interessa nemmeno. Così come non saprà chi siano state Carolina Morace, Patrizia Panico o la bellunese Silvia Pontil, esempi per chi come lei ha deciso di giocare a calcio. Sara Dal Mut, classe 2004, gioca a pallone perché probabilmente si è fatta convincere da qualche compagno di classe. Sara gioca a pallone da poco più di un mese, ma sabato è riuscita in quello che tantissimi suoi compagni sognano per una carriera intera: segnare il gol decisivo all’ultimo minuto di gioco. 

LA PARTITA
Sabato pomeriggio, Lentiai-Domegge, campionato provinciale della categoria Giovanissimi. All’ultimo secondo di gioco ben oltre i 70’ previsti dal regolamento (a questo livello si gioca 35 minuti per tempo), Tessaro piazza l’assist dell’ultima speranza e Sara non lo spreca, facendo di quella speranza una gioia: 1-0, triplice fischio, vittoria.
LA FELICITÀ DEL MISTER
«È stato bellissimo - conferma Walter Azzalini, il suo mister - a maggior ragione perché subito dopo siamo andati in piazza per la presentazione delle squadre in occasione del cinquantesimo anniversario del Lentiai. È stata una festa nella festa».
Da quanto Sara è una giocatrice del Lentiai?
«Da un mese. Da quando abbiamo iniziato la preparazione, in agosto. Prima non aveva mai toccato un pallone da calcio, nemmeno a livello scolastico. Ha un fratello che gioca nel Limana, sempre tra i Giovanissimi, ma credo abbia già smesso. Sara giocava a pallavolo, poi sai come va alle medie: ne parli con i compagni di scuola, qualcuno ti convince e voilà, si è presentata al campo. E noi, dopo averla vista, abbiamo deciso di tenerla. Non è la nostra unica ragazza, abbiamo anche Marta Collavo, del 2006, nella squadra della categoria Esordienti. Sara indubbiamente è alle prime armi, ha tantissimo da imparare, ma sta assimilando velocemente schemi, fondamentali, tattica e non ha alcuna “sindrome” da unica ragazza tra così tanti ragazzi».
Quali le differenze tra allenare un maschio o una femmina?
«A questa età sono minime, poi con l’andare degli anni aumentano sensibilmente. Tanto che se mi chiedessero di allenare una squadra femminile risponderei di no, non sarei preparato. A 14 anni ci può essere una leggera differenza a livello fisico e magari proprio a livello psicologico, essendo unica femmina fra tanti ragazzi. Chiaro che gli sforzi fisici li può accusare prima dei compagni, ma davvero le differenze sono minime. Fino agli Allievi una ragazza può giocare in una squadra maschile, poi inizia a farsi difficile. Non a caso se valgono vengono assorbite dalle squadre femminili».
La sua partenza è stata il sogno di molti.

«A chi non piacerebbe segnare il gol vittoria all’ultimo minuto di una partita tiratissima? È stata una bellissima sorpresa anche per noi e abbiamo fatto festa tutti insieme, perché nel nostro gruppo non c’è maschio o femmina che tenga. I ragazzi si danno una mano tra loro, si rispettano e sono davvero uniti. Ora però pensiamo al Limana, sabato prossimo. A me va bene che faccia gol chiunque, Sara o chi per lei».
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Il Gazzettino