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A tre anni dall'esplosione del focolaio di Vo', il Veneto ha recuperato l'83% delle prestazioni sanitarie sospese a causa del Covid. Il risultato emerge dal monitoraggio del Piano operativo per il recupero delle liste d'attesa, attuato dalla Regione per sbrigare l'arretrato che si è formato da marzo del 2020 a febbraio del 2022. «Ora dovremo lanciare un nuovo programma di smaltimento, per "aggredire" le 150.000 nuove richieste che si sono accumulate nel frattempo», ha annunciato ieri l'assessore regionale Manuela Lanzarin, alludendo anche all'aumento di quasi 4 milioni di prescrizioni rispetto al 2019.
LO STOP
Affiancata da Claudio Pilerci e Monica Briani della Direzione programmazione sanitaria, l'assessore Lanzarin ha tirato le somme delle iniziative intraprese per rimediare al parziale stop pandemico. Erano stati quattro i periodi di sospensione dell'attività ordinaria: dal 12 marzo al 5 maggio 2020, dal 10 novembre 2020 al 7 febbraio 2021, dal 29 marzo al 26 aprile 2021, dal 14 dicembre 2021 all'8 febbraio 2022. Erano stati temporaneamente accantonati i ricoveri chirurgici programmati in cui era previsto l'utilizzo della Terapia intensiva, le degenze in area internistica ad eccezione delle attività non rinviabili e oncologiche, tutte le prestazioni ambulatoriali tranne quelle con priorità U (urgente: 24 ore) o B (breve: 10 giorni) e afferenti alle aree oncologica, materno-infantile, psichiatrica e delle malattie rare. Con il graduale superamento dell'emergenza, è stato approntato il recupero delle liste d'attesa, grazie all'arrivo di 40.981.245 euro stanziati dal governo Draghi. I fondi sono stati utilizzati dalle aziende sanitarie e ospedaliere per l'acquisto di prestazioni aggiuntive (con compensi orari di 80 euro per i medici e 50 per gli infermieri), il reclutamento di sanitari a termine e il ricorso extra-budget al privato accreditato.
I DATI
Alla data del 1° gennaio 2022 risultavano ancora sospese 450.218 prestazioni.
LA RIPRESA
Frattanto però è ripresa l'attività ordinaria, tornando quasi ai livelli pre-Covid. Dopo il crollo del 2020, nel 2022 i ricoveri ospedalieri si sono riavvicinati ai 250.000 del 2019 e la quota del privato accreditato è rimasta stabile intorno a 70.000. Nella specialistica ambulatoriale, le prestazioni sono risalite a circa 16 milioni a fronte dei 17 milioni di quattro anni fa, in questo caso con un lieve incremento del privato convenzionato da 4,6 a 4,8 milioni. Boom delle prescrizioni, che nel 2022 hanno ampiamente superato quelle del 2019, salendo da 24,7 a 28,4 milioni, mentre le erogazioni annue sono scese da 17 milioni a 16,1. «Sappiamo che sono stati stanziati ulteriori 500 milioni di euro per le Regioni ha sottolineato l'assessore Lanzarin e che al Veneto dovrebbero spettarne circa 40. Li daremo alle Ulss per smaltire le 150.000 prestazioni specialistiche attualmente in lista d'attesa, consapevoli che la carenza di personale non sempre ci consente di essere così puntuali come vorremmo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino