Liste d'attesa, il piano Veneto per eliminarle. Post-Covid l'83% è stato recuperato, «Ma ora altre 150.000»

Giovedì 16 Febbraio 2023 di Angela Pederiva
Liste d'attesa, il piano Veneto per eliminarle

A tre anni dall'esplosione del focolaio di Vo', il Veneto ha recuperato l'83% delle prestazioni sanitarie sospese a causa del Covid. Il risultato emerge dal monitoraggio del Piano operativo per il recupero delle liste d'attesa, attuato dalla Regione per sbrigare l'arretrato che si è formato da marzo del 2020 a febbraio del 2022. «Ora dovremo lanciare un nuovo programma di smaltimento, per "aggredire" le 150.000 nuove richieste che si sono accumulate nel frattempo», ha annunciato ieri l'assessore regionale Manuela Lanzarin, alludendo anche all'aumento di quasi 4 milioni di prescrizioni rispetto al 2019.


LO STOP
Affiancata da Claudio Pilerci e Monica Briani della Direzione programmazione sanitaria, l'assessore Lanzarin ha tirato le somme delle iniziative intraprese per rimediare al parziale stop pandemico. Erano stati quattro i periodi di sospensione dell'attività ordinaria: dal 12 marzo al 5 maggio 2020, dal 10 novembre 2020 al 7 febbraio 2021, dal 29 marzo al 26 aprile 2021, dal 14 dicembre 2021 all'8 febbraio 2022. Erano stati temporaneamente accantonati i ricoveri chirurgici programmati in cui era previsto l'utilizzo della Terapia intensiva, le degenze in area internistica ad eccezione delle attività non rinviabili e oncologiche, tutte le prestazioni ambulatoriali tranne quelle con priorità U (urgente: 24 ore) o B (breve: 10 giorni) e afferenti alle aree oncologica, materno-infantile, psichiatrica e delle malattie rare. Con il graduale superamento dell'emergenza, è stato approntato il recupero delle liste d'attesa, grazie all'arrivo di 40.981.245 euro stanziati dal governo Draghi.

I fondi sono stati utilizzati dalle aziende sanitarie e ospedaliere per l'acquisto di prestazioni aggiuntive (con compensi orari di 80 euro per i medici e 50 per gli infermieri), il reclutamento di sanitari a termine e il ricorso extra-budget al privato accreditato.


I DATI
Alla data del 1° gennaio 2022 risultavano ancora sospese 450.218 prestazioni. Nel corso dell'anno ne sono state erogate 374.471, cioè l'83%, un tasso che però va letto correttamente. Bisogna tenere conto del fatto che le liste sono state ripulite dal cosiddetto "drop out", cioè dal ritiro di una quota di pazienti: in tre anni di pandemia, c'è chi è deceduto, chi si è rivolto ai centri privati, chi ha avuto una rivalutazione clinica della patologia, chi è stato rimesso in coda. Nel caso dei ricoveri ospedalieri, ad esempio, erano in lista 63.134 interventi e ne sono stati smaltiti 35.548, quindi il 56%, ma siccome 13.015 persone sono state operate altrove o comunque hanno rinunciato, quelle ancora in attesa sono 14.571, per cui il recupero effettivo è del 77%. Un andamento simile riguarda le altre tipologie di prestazione. Erano in arretrato 224.426 esami e visite di specialistica ambulatoriale, ne sono stati prenotati o eseguiti 187.992 e quindi il 94%, un tasso che però sale praticamente al 100% perché ci sono state 35.718 rinunce e risultano attualmente in lista "solo" 716 casi caratterizzati da una complessità tale da richiedere un particolare Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale). Erano fermi 44.403 interventi di chirurgia ambulatoriale, dopodiché in day hospital ne sono stati effettuati 34.245 e quindi il 77%, ma considerando le 5.522 cancellazioni, ne rimangono in attesa 4.636, tanto che lo smaltimento reale è del 90%. Erano stati stimati 118.255 screening per il colon-retto, la mammella e la cervice uterina, a fronte di 169.213 inviti previsti (non tutti i destinatari aderiscono); ma i dipartimenti di Prevenzione erano oberati dal Coronavirus, per cui sono state mandate 106.745 lettere e sono stati erogati 80.252 controlli, mentre altri 34.538 sono stati rimodulati, quindi ne restano da svolgere 3.465, con un tasso di recupero del 97%.


LA RIPRESA
Frattanto però è ripresa l'attività ordinaria, tornando quasi ai livelli pre-Covid. Dopo il crollo del 2020, nel 2022 i ricoveri ospedalieri si sono riavvicinati ai 250.000 del 2019 e la quota del privato accreditato è rimasta stabile intorno a 70.000. Nella specialistica ambulatoriale, le prestazioni sono risalite a circa 16 milioni a fronte dei 17 milioni di quattro anni fa, in questo caso con un lieve incremento del privato convenzionato da 4,6 a 4,8 milioni. Boom delle prescrizioni, che nel 2022 hanno ampiamente superato quelle del 2019, salendo da 24,7 a 28,4 milioni, mentre le erogazioni annue sono scese da 17 milioni a 16,1. «Sappiamo che sono stati stanziati ulteriori 500 milioni di euro per le Regioni ha sottolineato l'assessore Lanzarin e che al Veneto dovrebbero spettarne circa 40. Li daremo alle Ulss per smaltire le 150.000 prestazioni specialistiche attualmente in lista d'attesa, consapevoli che la carenza di personale non sempre ci consente di essere così puntuali come vorremmo».

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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