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BELLUNO - Chi ha bisogno di cure «deve avere una risposta più vicino possibile al luogo di residenza, tenendo però presente che la risposta deve anche essere efficace. L'importante è che gli esiti siano positivi: noi, ribadisco, siamo misurati su questo: efficacia e sicurezza». Sanità bellunese sotto i riflettori ieri nella sala riunioni dell'ospedale San Martino. Analizzata, anche in prospettiva, dal nuovo direttore generale dell'Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben. Due le parole chiave: «Rafforzare e stabilizzare, per dare ai bellunesi la cura migliore. Attraverso ambulatori vicini, con rafforzamento delle strutture intermedie, per rispondere alle prime esigenze delle persone».
I DUE INCARICHI
Dal Ben è stato nominato commissario dell'Ulss 1 Dolomiti tre giorni fa da parte del governatore del Veneto, Luca Zaia. Ma è già direttore generale dell'azienda ospedaliera-università di Padova. Dal Ben, da subito, tiene a rimandare al mittente quello "j'accuse" sul doppio incarico, definito "a mezzo servizio" su Belluno. Alle 7 di mattina sarà qui, ogni giorno, sabato compreso. Poi, al pomeriggio, a Padova. Oggi fa già il pendolare da Oderzo, dove è nato e dove abita, alla sede dell'Azienda ospedaliera-Università nella città del santo: «Mi sa che dovrò cambiare auto» ci scherza su, pensando ai chilometraggio.
NEUROLOGIA
Ieri è stato a Pieve di Cadore, martedì andrà sia ad Agordo che a Cortina: «È necessario fare subito il punto».
LE ESIGENZE DEL TERRITORIO
Stabilire un dialogo, per Dal Ben, è una tra le priorità: «Perché è utile per l'intera comunità. Daremo evidenza a quello che sarà fatto, accettando le osservazioni che arriveranno dal territorio». Non è un caso che Dal Ben abbia già in agenda l' incontro con i sindaci della provincia: «Lo farò al sabato». Sulla questione che riguarda la difficoltà di armonizzare le sue strutture del Santa Maria del Prato e del San Martino di Belluno, Dal Ben non ha dubbi su quale sia l'unica via verso la soluzione, anche perché situazioni simili ce ne sono già in Veneto (dualismo tra Mirano e Dolo, Oderzo e Motta di Livenza): «Salveremo le eccellenze, quelle da una parte e quelle dall'altra». Due gli ingredienti necessari: «Ci vorrà del tempo, e anche tanto buon senso».
ELICOTTERO
Ieri già di prima mattina («Mi alzo alle 5») Dal Ben era per strada. Alle 8 ha incontrato il personale della medicina di gruppo integrata di Longarone («Merito a chi l'ha voluta e a chi la gestisce»), per passare a Pieve di Cadore dove ha apprezzato l'attività del centro di procreazione medicalmente assistita («Un gioiellino»): ha visitato l'ospedale e la base Suem dove ha conosciuto anche il cane da soccorso, il pastore tedesco "Grigione". Non si sbilancia sulla copertura di volo dell'elicottero 24 ore su 24: «Fa parte di una programmazione regionale, ben venga se la sede sarà Pieve di Cadore. Peraltro la cosa fondamentale, per chi sta male, è che si arrivi nei tempi giusti nel posto giusto». Problema delle risorse umane, mancanza di infermieri e medici? «Non è un problema che tocca solamente Belluno. Non sono più gli anni in cui era l'ospedale a scegliere il proprio medico, ora è il medico che sceglie dove andare». Per fortuna si è dato il via a un cambiamento con più iscritti a Medicina e un uso degli specializzandi: «Ma servirà qualche anno per tornare ai vecchi tempi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino