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«Non è ammissibile chiudere un punto nascita come quello di San Vito, si riveda piuttosto la convenzione con il policlinico San Giorgio di Pordenone. La nostra sarà una mobilitazione permanente». Così il sindaco di San Vito Alberto Bernava commenta l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal direttore generale dell’AsFo Giuseppe Tonutti. In occasione del vertice Cgil-AsFo, Tonutti ha ricordato che «se il punto nascita di San Vito scenderà al di sotto dei 500 parti verrà sospeso». Un rischio, quello della sospensione, che la struttura corre da alcuni anni: i numeri alla fine si raggiungono, ma quasi a filo. Dal reparto ostetricia dell’ospedale di San Vito spiegano che «ad oggi i parti sono 480 e le cartelle di donne che potrebbero partorire entro la fine dell’anno sono 32». «Nel conteggio – evidenziano sia dal reparto che dal municipio – vanno assolutamente inclusi i 25 parti di donne seguite dal reparto di ostetricia di San Vito, ma dirottati a Pordenone per questioni legate al protocollo Covid». Il 2022 terminerà, con buona probabilità, con numeri molto simili a quelli del 2021, che si è chiuso con 528 nascite all’ospedale di San Vito. «Se anche non si dovesse arrivare ai 500 parti, nei prossimi anni – commenta Bernava – sarebbe uno scandalo penalizzare il reparto solo perché, magari per pochissime unità, non si raggiunge quel numero. Il punto nascita di Latisana, da tempo sotto soglia, non viene neanche messo in discussione».
GLI INDICATORI
«E soprattutto – osserva il primo cittadino – non si può sospendere quello che per i tanti cittadini dell’ambito sanvitese e del Veneto orientale è un vero e proprio servizio di prossimità, oltre ad essere, in generale, un fiore all’occhiello dell’azienda sanitaria».
QUALITÀ DELLA VITA
Nei giorni scorsi, nell’area esterna del nosocomio sanvitese è andato in scena un flash mob piuttosto partecipato per dire no alle crescenti privatizzazioni dei servizi e sostenere la sanità pubblica del territorio. Ora il sindaco sta organizzando un incontro con Giuseppe Tonutti e con i sindaci di tutti i comuni del distretto sanvitese per affrontare il tema punto nascita. «Qualcuno ha già accolto l’invito», afferma Bernava. Per il sindaco «la Regione deve dare priorità ai propri punti nascita pubblici. Se proprio bisogna chiudere qualcosa, si chiuda il privato». «Se si sospendesse la convenzione con il San Giorgio, che è a solo un km dall’ospedale di Pordenone – continua il sindaco – si rafforzerebbero subito sia il punto nascita della stessa Pordenone che quello di San Vito. Sarebbe un modo per lasciare nel passato lo spauracchio dei numeri». «Il nostro territorio, nonostante tutto – conclude Bernava – esprime una qualità della vita elevata, e lo dobbiamo anche alla qualità dei servizi pubblici. Ma c’è un esempio che parla chiaro. Come provincia siamo finiti 102esimi su 107 per rapporto tra i medici di medicina generale e la popolazione nel report del Sole 24 Ore. Penso che sia il momento di invertire questa tendenza e tornare a portare la nostra sanità come punto di eccellenza. Non si possono chiudere reparti pubblici che funzionano». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino