«Pronto a tornare in corsia per l’emergenza Covid», ma l’Usl declina l’offerta

L'ex primario Centofanti vuole tornare per aiutare nell'emergenza
IL CASO BELLUNO «Sono pronto a lavorare gratis in prima linea anche nei reparti Covid, o solo a fare tamponi». Non si tira indietro il professor Francesco Centofanti,...

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IL CASO
BELLUNO «Sono pronto a lavorare gratis in prima linea anche nei reparti Covid, o solo a fare tamponi». Non si tira indietro il professor Francesco Centofanti, già primario del Codivilla di Cortina, specializzato nella cura delle infezioni ossee. A 75 anni non ci pensa due volte a rimboccarsi le maniche, vista l’emergenza di camici bianchi in questa pandemia, ed è pronto a portare la sua professionalità per il malati di Covid. Ma l’Usl Dolomiti ha declinato l’offerta, vista l’età avanzata del dottore e visto che «l’inquadramento assicurativo sarebbe risultato troppo complesso».


LA CAUSA
Usl e l’ex primario sono le parti di un procedimento civile che è in corso in Tribunale a Belluno. L’azienda sanitaria avviò una causa contro Centofanti per delle dichiarazioni al termine del processo in cui il professore venne scagionato. Secondo l’Usl ci sarebbe stato un danno di immagine per quello che disse l’ex primario e per questo si affidò a un avvocato con incarico da 10mila euro. Nei primi giorni di dicembre c’è stata la mediazione, preliminare alla causa, per trovare un accordo che eviti il procedimento. Centofanti, tramite il suo avvocato Paolo Patelmo, ha chiesto scusa (come già fece dopo le dichiarazioni) e si è proposto di lavorare gratis in prima linea per curare il Covid. «Voglio dare una mano alla mia comunità, visto che il Veneto in questo periodo sta attraversando un momento duro per il virus: posso lavorare gratis al San Martino di Belluno o dovunque in provincia», dice Centofanti che abita a Cortina. Ma l’Usl non lo ha accolto a braccia aperte.
LA RISPOSTA
«L’Usl Dolomiti - spiegano dall’ufficio legale dell’azienda -, dopo un attento approfondimento, ha ritenuto di non assegnare alcun incarico di servizio nell’ambito dell’emergenza Covid al dottor Centofanti a tutela dello stesso, in considerazione della sua età. L’inquadramento contrattuale e assicurativo, inoltre, sarebbe risultato complesso e incerto in ragione dell’elevato rischio a cui si sarebbe esposto sicuramente il professionista per la sua età ed a causa delle motivazioni per le quali sarebbe stato inserito all’interno dell’Azienda. Il dottor Centofanti, infatti, ha dato la disponibilità al servizio in area Covid nell’ambito di una più complessa mediazione tra le parti inerente una procedura civile». E conclude: «L’Usl quindi ringrazia ma, a tutela in primis del dottor Centofanti, ritiene prioritaria la sicurezza di chi opera per conto dell’Azienda».
LA REAZIONE
«Non pensavo certo a un rifiuto - dice Centofanti - tra l’altro sono assicurato per conto mio come libero professionista e in ogni caso il Ministero della sanità procede di ufficio ad assicurare i medici per questa emergenza». Il caso è rimbalzato sui social provocando commenti, anche forti, di molti utenti che non comprendono come in un momento di difficoltà come questo si possa rifiutare un aiuto. «Inspiegabilmente mi hanno sempre rifiutato come collaboratore - prosegue Centofanti - feci una proposta anche nel 2017, quando chiuse il Codivilla, prima ancora delle dichiarazioni relative alla causa. Io comunque reitero la mia proposta, anche al di fuori della mediazione: sono pronto a lavorare anche solo per fare dei tamponi». Un’attività, quindi, a basso rischio contagio, visto l’età del primario.

Olivia Bonetti
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Il Gazzettino