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SAN DONÁ - Seduto al bar in piazza con il figlio Giorgio, dissetandosi con una Coca-Cola, avvisato dall’avversaria Francesca Zottis. Alberto Teso apprende così di essere diventato il nuovo sindaco di San Donà di Piave, il quinto della storia della città da quando è stata introdotta l’elezione diretta. In una giornata un po’ strana per lui, abituato solitamente a contare praticamente sulle proprie forze nelle competizioni cui ha sempre partecipato, come avvocato, ma anche come maratoneta. «È una sensazione particolare che non mi era mai capitato di vivere - dirà alle 17.20 mentre prova a stemperare la tensione guardando lo schermo di un pc per capire se arrivava qualche dato -, neppure quando ho fatto l’assessore a Musile di Piave».
Due passi più in là Lucas Pavanetto, consigliere regionale, presidente del Consiglio comunale di Jesolo e, di fatto, lo stratega della campagna elettorale nel Veneziano (“Vittoria, 4 su 4!”, scriverà poi nel suo stato di Whats App), pur predicando calma, ma anche ottimismo, si lancia in questa previsione: «Sapremo di avere vinto quando Francesca (Zottis, ndr) chiamerà Alberto per complimentarsi. E, se capita che vinciamo, lo farà di sicuro, perchè la conosco e so della sua correttezza». E la telefonata all’avvocato, ora neosindaco, arriva puntuale.
LE CONGRATULAZIONI DI ZOTTIS
Sono le 17.45.
IL MESSAGGIO DELLA PREMIER
Mentre rientra nella sua sede, Teso incontra l’altro avversario, Carlo Fantinello, arrivato in piazza proprio per andare a congratularsi con il vincitore. «Consigli a Teso? Gli ho solo detto che il suo sarà un lavoro molto impegnativo». Ed intanto sul telefonino Pavanetto riceve un messaggio della premier Giorgia Meloni che, avvisata della vittoria a San Donà, risponde con un “DAJE!” scritto tutto in maiuscolo.
Sono le 18.50 e nella sede elettorale il gruppo di persone festanti si fa sempre più numeroso. Arrivano anche personaggi di spicco della politica locale, tra l’onorevole Giorgia Andreuzza, il senatore Raffaele Speranzon e l’assessore regionale Francesco Calzavara. Ma, soprattutto, mamma Oriana. «Sono contenta per lui. So, però, che la politica è difficile: spero abbia il carattere della mamma». E, mentre il neo sindaco spera di riuscire a mantenere l’impegno preso in famiglia, ovvero rientrare per le 20.30, giungono anche gli altri due contendenti, in quella che era “la sfida nella sfida”, ovvero Gianluca Forcolin e il segretario della Lega, Alberto Schibuola. Quest’ultimo distribuisce bandiere della Lega, stappa una bottiglia e si stringono mani. La festa è iniziata. San Donà ha ufficialmente cambiato governo.
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