Non c'è più la salmonella nell'Adige, si può tornare a irrigare

Il fiume Adige a Rovigo
SALUTE - Finita l’emergenza salmonella nelle acque dell’Adige, con l’invito dell’Ulss a revocare le ordinanze, i consiglieri regionali di Veneto 2020,...

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SALUTE - Finita l’emergenza salmonella nelle acque dell’Adige, con l’invito dell’Ulss a revocare le ordinanze, i consiglieri regionali di Veneto 2020, Patrizia Bartelle, Piero Ruzzante e Cristina Guarda lanciano un «allarme botulino sul Delta».

 
La presenza della salmonella era stata accertata il 17 agosto da un campionamento dei tecnici padovani dell’Arpav, con i sindaci di Vescovana e Anguillara, avvisati dall’Ulss 6 della necessità di emettere un’ordinanza per vietare l’uso irriguo dell’acqua dell’Adige.
Si era così messa in modo la macchina dei controlli anche in Polesine. I campionamenti avevano fatto emergere la presenza di salmonella nell’Adige e alle prese di derivazione dei canali, ed erano scattate le ordinanze di divieto di irrigazione per aspersione con le acque derivanti dall’Adige dei prodotti agricoli destinati a essere consumati a crudo, dei sindaci di Rovigo, San Martino, Badia, Lusia, Lendinara, Villanova del Ghebbo e Rosolina, con quest’ultima revocata dopo che i successivi controlli non avevano più trovato il batterio.
Per tutto di settembre sono andati avanti prelievi ed esami. La salmonella, che viene abbattuta dagli impianti di potabilizzazione di Acquevenete e non ha mai rappresentato un problema per l’acqua di rubinetto, si può eliminare lavando bene con acqua potabile frutta e verdura da mangiare cruda. Gli operatori del settore primario, fra l’altro, hanno un apposito obbligo di “lavaggio” per frutta e verdura immessi sul mercato.
Ieri l’Ulss 5 ha diramato una nota nella quale spiega che il 2 e il 7 ottobre l’Arpav di Venezia ha trasmesso i risultati delle analisi «che mostrano l’assenza di salmonella in tutti i campioni eseguiti nei comuni di Badia, Rovigo, Lusia, Villanova del Ghebbo, Lendinara e San Martino. Considerato che tutti i canali alimentati dall’Adige, individuati in collaborazione con Arpav e i Consorzi di bonifica Adige Po e Delta del Po, sono risultati non contaminati da salmonella, l’Ulss 5 ha proposto ai sindaci la revoca dell’ordinanza del divieto di irrigazione».

Il nuovo allarme riguarda la moria di uccelli acquatici che si è registrata in provincia di Ravenna, presumibilmente per intossicazione da tossina botulinica di tipo C, dovuta alla secca dello specchio d’acqua, che ha portato i consiglieri di Veneto 2020 a presentare un’interrogazione alla giunta Zaia: «Apprendiamo che il Parco Delta del Po dell’Emilia Romagna ha disposto lo stop alla caccia nel raggio di tre chilometri dalla Valle della Canna, al confine della provincia di Ferrara. Vogliamo sapere se la giunta è a conoscenza di quanto successo e che tipo di monitoraggi sono in corso per escludere la presenza del botulino nei tratti veneti del Po». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino