Rugby Rovigo trionfa in campo, ma i tifosi finiscono in Questura per i "botti"

Rugby Rovigo trionfa in campo, ma i tifosi finiscono in Questura per i "botti"
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ROVIGO - La FemiCz Rovigo travolge 61-7 il Verona Rugby nel 10° turno del Top12 con una partita spettacolare, da fuochi d’artificio nel gioco. Ma proprio per degli innocenti fuochi d’artificio, fontanelle e stelline luminose utilizzate nei compleanni dei bambini, la Questura rovina la festa ai tifosi delle Posse Rossoblu. «Prima del match - racconta indignato il presidente Stefano Padovan - un poliziotto in borghese, dopo che erano già passati al controllo dei Carabinieri, ci ha sequestrato 5 confezioni di piccoli fuochi d’artificio e un tubo spara coriandoli di carta con i quali volevamo creare un po’ di colore al “Battaglini”.  Si tratta di prodotti di categoria F1 e F2 acquistabili in ogni supermercato, per i quali si può escludere qualsiasi grado di pericolosità. Li abbiamo usati in tutti gli stadi senza problemi. Compreso quello delle Fiamme Oro, dentro una caserma di Polizia a Roma! Dopo la partita un nostro socio è rimasto in Questura fino alle ore 19, insieme al legale Fabiola Castellacci, per il verbale di sequestro. Tutto questo nella città del rugby. Con tifosi pacifici come noi, che a fine partita fanno il terzo tempo insieme agli avversari. Non ho parole per commentare». Probabilmente si è trattato del controllo di un funzionario troppo zelante. Il quale non ha capito il contesto dove lavora.

IL FESTIVAL DEL GIOCO APERTO
Meglio parlare dei “fuochi d’artificio” in campo. I Bersaglieri hanno superato a pieni voti l’esame mentale del ritorno al “Battaglini” in campionato dopo il ko con i Medicei (ieri hanno battuto 14-9 pure il Petrarca), mantenendo alta la concentrazione 80’ contro una rivale più debole; infliggendole l’attesa tariffa, dopo un primo tempo più equilibrato (14-0); sfoggiando il brillante gioco di movimento predicato dal tecnico Umberto Casellato. Il gioco capace di mandare in meta all’ala su giocata un seconda linea come Cicchinelli, non un trequarti, già alla prima azione, dopo 1’38”.Oppure di costruire mete da calci di punizione, due addirittura a metà campo, giocati veloci invece che spediti in touche: le prime di Cicchinelli, Odiete (per loro doppiette) e quella di Vian. O mandare dentro dopo un bel multifase Nibert nonostante l’inferiorità numerica per il giallo a Majstorovic. Capitato in una situazione arbitrale paradossale: due gialli (l’altro a Momberg) su tre falli, contro un solo giallo e otto falli del Verona.
TOUCHE E MONTAURIOL

Oltre alla disciplina, 5 falli contro 14, Rovigo ha dominato i rivali in tutto tranne in touche. Dove il pirata Jeff Montauriol («Magari mi richiamassero qui» ha detto a fine gara sulle voci di mercato, abbracciando gli Amici di Boara) ne ha rubate tre e sporcate altre. Ma a stupire, come coltro i belgi e nelle partite di inizio stagione, è stato il volume di gioco prodotto dai rossoblù, al netto della debolezza dell’avversario e degli errori commessi. Su nove mete solo una è stata propiziata dalla spinta della mischia (Ferro). Una venuta su intercetto (Angelini). Tutte le altre sono state costruite con giocate, ritmo, multifase e ricicli dell’ovale. Una vera metamorfosi del gioco, rispetto al Rovigo visto nelle ultime due stagioni.
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Il Gazzettino